martedì 26 novembre 2024

Anamnesi

 

I soliti ignoti
di Marco Travaglio
Se morissero domattina, i 5Stelle potrebbero rivendicare molti record. Ma soprattutto uno: essere vissuti per 15 anni, 4 al governo e 11 all’opposizione, senza che il sistema mediatico capisse chi erano e li raccontassero e giudicassero (bene o male, non importa) per quello che erano. Qualunque cosa facessero, anche riforme attese da trent’anni, erano il “partito del vaffa” (urlato da Grillo nei V-Day agli onorevoli condannati ben prima che nascesse il M5S). Se i leader erano Grillo e Casaleggio, i media esaltavano i loro ragazzi violentati dai padri-padroni. Se i leader erano i ragazzi – il direttorio a cinque, poi Di Maio – magnificavano Grillo e Casaleggio. Ora che il leader è Conte, tutti a incensare Grillo, a inseguire Raggi e Toninelli (lapidati quando facevano cose buone da sindaca e da ministro) e financo a intervistare il Casaleggio minore: non si butta via niente. Se avevano il gruppo parlamentare con più laureati, erano gli “scappati di casa” dell’“uno vale uno” (che non ha mai significato “l’uno vale l’altro”). Se Raggi, Appendino, Pizzarotti e Nogarin vincevano in Comuni fatti fallire da destre &Pd e li risanavano, era “caos 5Stelle”. Se costringevano i partiti a cacciare i condannati con la Severino, poi tagliavano i vitalizi e le poltrone in Parlamento, grasse risate su chi voleva “aprirlo come una scatoletta di tonno” (la spalancarono eccome, cancellando odiosi privilegi). Se portavano l’Ue agli eurobond per il Pnrr post-Covid, erano anti-europeisti.
Se Conte, dopo le sconfitte, chiama gli iscritti a votare su tutto, anche su di sé, “fa il partito personale”. Se alla Costituente Stiglitz, Sachs, Zingales e tanti altri esperti discutono di guerre, lavoro, diseguaglianze, sanità, scuola, migranti, informazione, clima, legalità, cultura, il Cretino Collettivo dice che lì “non si parla di politica” perché non si citano campi larghi e altre baggianate di portineria. Se gli iscritti preferiscono dirsi “progressisti indipendenti” per tenere alla larga il campo largo, “Conte va a sinistra”. Se Conte invita Sahra Wagenknecht, la leader europea più affine allo spirito 5Stelle, è un “rossobruno”, cioè nazi-comunista, solo perché il Bsw contesta le guerre, l’austerità e l’immigrazione illegale selvaggia che gonfiano le vele ai veri nazisti. Se il fu Grillo esaspera la base fino a costringerla ad abolire il suo ruolo, non è lui che si mette contro e fuori dalla sua creatura, ma Conte che gliela “scippa”, gliela “sfila” e “decide da solo”. E se Conte ricorda le cose buone fatte dai suoi governi, il Corriere – abituato a fingere che non sia mai stato premier – gli imputa il “trauma della cacciata da Palazzo Chigi” e il “desiderio latente” di tornarci. Un po’ come l’altro Conte, Antonio, che fa l’allenatore di calcio col desiderio latente di vincere lo scudetto. Roba da matti.

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