Capita raramente, come in questo articolo: non sono d'accordo, soprattutto per la parte finale: Angela Merkel è stata un disastro per l'Europa, per la Grecia da lei quasi schiavizzata, per la politica sull'Ucraina, il voltafaccia che ha permesso all'uso di papparsi la Crimea, innescando pure la guerra civile in Donbas; per il gasdotto North Stream, leggasi totale dipendenza energetica dai russi e privazione di gas agli stati baltici: ,per non aver modificato il trattato di Dublino per puro egoismo teutonico; per essersi voltata dall'altra parte allo scoccare della guerra civile siriana e per aver elargito al boss Erdogan ben 5 miliardi di dollari per accudire la gran parte dei profughi, circa un milione, fuggiti dalle zone bagnate dal sangue dell'assassino Assad. Caro Marco, la Merkel è stata un disastro di cui ancor oggi ne paghiamo le conseguenze.
Cogliere Trump al balzo
di Marco Travaglio
Siccome ormai Trump è di nuovo lì e ci resterà per quattro anni, salvo che il Deep State lo faccia secco prima, è forse il caso di domandarsi come reagire ai danni che potrebbe fare all’Europa (in aggiunta a quelli già fatti dai predecessori) e come assecondare i vantaggi che le potrebbe portare. Il primo danno sono i dazi, peraltro già iniziati con Biden. Non ci voleva il Banal Grande Draghi per scoprire l’ovvio: se l’Europa tratta Stato per Stato, facendo la gara a chi è più trumpiano (già iniziata anche fra gli antitrumpiani), conta come 27 pesi piuma; se lo fa tutta insieme, pesa molto di più. Il secondo danno è il pressing sugli alleati Nato, quasi tutti sotto il 2% di Pil in spese militari, perché lo raggiungano e lo superino. Visto che non abbiamo soldi per welfare, sanità, scuola, ricerca, investimenti e green, sarebbe folle inseguire l’agenda Draghi (i soldi per le armi si trovano sempre). Servirebbe una Commissione Ue degna di questo nome, con una politica estera e una difesa unica, più efficiente e meno costosa dei 27 eserciti disomogenei che manteniamo oggi.
Il primo vantaggio è il disimpegno di Trump dall’Ucraina. Che costringe l’Europa a un’operazione verità su ciò che già si sa da un pezzo. 1) La guerra non è fra Kiev e Mosca, ma fra Usa e Russia, concepita a Washington fin dagli anni 90 per stravincere la guerra fredda, spazzare via lo Stato più grande e atomico del mondo e affermare l’egemonia totale e definitiva sul mondo; solo che nel frattempo, in 30 anni di follie “neocon”, l’Impero Americano è al tramonto, dopo aver perso pezzi e guerre (l’ultima proprio in Ucraina). 2) Siccome la guerra era persa in partenza, bisognava impedire che scoppiasse o fermarla appena esplosa, dando autonomia al Donbass, lasciando la Crimea a chi la deteneva da due secoli e rinunciando a inglobare Kiev nella Nato. 3) Chi ora piagnucola per i nuovi dazi trumpiani dov’era nel 2022, quando la presunta Europa rinunciò al mercato russo con auto-sanzioni che favoriscono gli interessi Usa e danneggiano i nostri? Non ci voleva Trump per smascherare l’impostura ”euroatlantica”: bastava Biden per capire che gl’interessi europei e americani sono antitetici e concorrenziali. Trump, come Biden, fa quelli degli Usa: noi quando ci decideremo a fare i nostri? Seguiteremo ad alimentare la guerra Usa-Russia fino all’ultimo ucraino anche ora che la paghiamo solo noi, o faciliteremo quel compromesso che era già a portata nell’aprile 2022? Per rispondere a Trump, il Parlamento europeo dovrebbe bocciare in blocco la nascente e già morente Commissione Von der Leyen. E richiamare in servizio l’unica testa pensante in circolazione nel nostro Vecchio Continente: una ragazzina di 70 anni chiamata Angela Merkel.
Nessun commento:
Posta un commento