La testimonianza
La monotonia della morte a Gaza, lontano dai riflettori
Il mondo non presta più attenzione, ma qui i bombardamenti continuano E Israele ci ha consegnato 88 corpi deturpati senza nome
DI RITA BAROUD
DEIR EL-BALAH — Mentre il mondo ha rivolto l’attenzione al Libano, qui a Gaza continuiamo a affrontare la morte in silenzio. Niente è cambiato nei giorni scorsi: nell’indifferenza globale i bombardamenti rimangono incessanti. I mercati sono quasi vuoti e i volti sono senza speranza. Le persone stanno in fila per ore per un po’ di cibo, e non c’è altro che attesa tutto intorno, mentre i prezzi sono saliti al di là della portata di tutti, come se la vita stessa complottasse per diventare impossibile. Nessuno parla del futuro. Tutte le nostre conversazioni riguardano la sopravvivenza di oggi.
Gli attacchi israeliani sono continui. Il bilancio delle vittime ha superato le 41mila, tra cui 16.500 bambini. Ogni volta che vedo un bambino giocare per strada penso che potrebbe essere il suo ultimo giorno.
Con le forti piogge, le sofferenze sono aumentate. Anche il cielo ha deciso di metterci alla prova. Le tende degli sfollati sono state allagate, l’acqua fredda penetra dalbasso, le coperte si inzuppano. A casa mia i muri sono crepati, e le porte e le finestre sono uscite dai loro telai.
Israele ha consegnato 88 corpi deturpati senza nome al Ministero della Salute. Ottantotto persone, 88 sogni, 88 famiglie in attesa di qualsiasi segno, mentre i corpi restano senza nome, senza volto. Tra di loro potrebbero esserci medici, ingegneri, insegnanti e commercianti. È così semplicecontare questi corpi con distacco freddo, ma come possono le famiglie sapere se uno dei loro cari è tra quei corpi deturpati? Il solo pensiero di consegnare un corpo senza identità tiene i morti prigionieri perfino dopo la loro dipartita dal mondo. Non sono solo quegli 88; ce ne sono centinaia, e oggi Gaza sembra una fossa comune sotto un cielo che non distingue tra vivi e morti.
Ciò che mi terrorizza di più al momento è il futuro che sembra sospeso come una nuvola nera. I miei corsi universitari sono stati cancellati o posticipati. Ci sono altri 86mila studenti universitari che vivono nello stesso stato ansioso di attesa. Tutte le nostre ambizioni, tutti i nostri sogni legati a lauree e lavoro sono ora diventati incerti. Coloro che sognavano di diventare ingegneri o medici ora sognano semplicemente di sopravvivere un altro giorno. Gaza è diventata grigia; la sua vita è neutra, monotona e allo stesso tempo terrificante.
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