giovedì 28 settembre 2023

Bonus

 

Il Bonus Cazzate
di Marco Travaglio
Ora che Giorgia Meloni ha invitato gli alleati a “non superare il livello di guardia”, siamo tutti più tranquilli. Per due motivi. 1) Anche nel governo Meloni, per strano che possa sembrare, esiste un livello di guardia. 2) Non è ancora stato superato, altrimenti la Meloni avrebbe intimato a qualche alleato (uno a caso: il vicesegretario leghista Crippa, che aveva appena paragonato il governo Scholz al Terzo Reich di Hitler) di chiedere scusa e non farlo più. Restiamo dunque in trepidante attesa di sapere con esattezza dove si collochi l’asticella, pronti anche a scavare, se del caso. Un indizio lo fornì la stessa premier in partenza per le ferie quando, allarmata dall’assalto alla diligenza della Manovra, intimò ai ministri di evitare le “misure spot” e di chiedere solo “cose che si possono fare”, confessando così di essersi circondata di una manica di cazzari. Ora, con comodo, ci dirà se fra le misure spot che non si possono fare e dunque non vanno neppure nominate per non superare il livello di guardia rientrino il blocco navale, l’abolizione delle accise, la fine della pacchia per l’Europa, il sostegno militare all’Ucraina fino alla vittoria contro la Russia e la svolta legalitaria con Nordio alla Giustizia. Cioè le cinque parole d’ordine su cui lei, non un cazzaro qualunque, vinse le elezioni, seguite da una sesta: la leggendaria promessa di partire personalmente all’inseguimento degli scafisti in tutto il globo terracqueo.
Ci sarebbe poi lo storico La Russa, che derubricò i nazifascisti uccisi dai partigiani in via Rasella a “banda musicale di semipensionati”, poi indagò sulla denuncia di stupro a carico del figlio, lo assolse su due piedi e condannò la ragazza. E il geniale Nordio, che teorizzò come i veri mafiosi non parlino al telefono alla vigilia dell’arresto di Messina Denaro grazie al fatto che per fortuna parlava solo al telefono. E il sempre lucido Piantedosi, che chiamò “carico residuale” i migranti vivi. E il sagace Calderoli, che si disse minacciato dalla mafia perché aveva ricevuto una lettera firmata inequivocabilmente “Siamo la mafia”. Un capitolo a parte meritano le prodezze del reparto Famiglia. Tipo Gino Lollobrigida con la sostituzione etnica a opera della Spectre, i privilegi gastronomici della potente lobby dei poveri da guida Michelin, i fannulloni sdraiati sul divano fra i miliardi del Reddito di cittadinanza per non andare a zappare la terra e altre lollate. O Andrea Giambruno, che dichiara guerra a un ministro tedesco e agli scienziati del clima, poi avvisa le ragazze stuprate che basta non alzare il gomito per non incontrare i lupi (notoriamente attratti dall’alito alcolico). Spot? Livello di guardia? Oppure fidanzati, cognati, parenti e affini godono di uno speciale Bonus Cazzate?

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