Ovunque vi sia un dibattito, una settimana di studio, una serie di incontri con studiosi vari, spunta la figura dell’impegnato, donne o uomini che siano. Li riconosci dall’immancabile zainetto, la bottiglietta d’acqua sempre e misteriosamente a metà, il passo velatamente dinoccolato, lo sguardo sereno e tendente al ridanciano; ma sono vulcani solo in apparenza non in attività: prova infatti a sederti, solo per allacciarti le stringhe, al loro posto assegnato! Si trasformano in Dart Fener con tanto di casco, cambiano voce, gli spuntano dei curiosissimi artigli di per sé già insanguinati da precedenti manifestazioni culturali! “Ehi tu inferiore! Questo posto è mio! L’ho prenotato sei mesi fa!”
“Mi scusi mi allacciavo solo le scarpe! E poi oggi il tema dell’incontro sarebbe - la meraviglia della convivenza civile nell’ottica del francescanesimo! -
E loro sempre con un tono da baritono colpito da afasia: “Non me ne frega una mazza del tema del dibattito! Quel posto è mioooo!”
Una volta accertato che non stai usurpando la loro prenotazione, ritornano in loro, col loro look tanto dandy e soavemente, loquacemente, t’inebriano attraverso l’esperienza decennale: “di questo autore ho letto tutto! Pensi che la mia amica lo incontrò una sera a Guidonia durante un tramonto fantastico! Mi fa stare in pace con il mondo e immerso nell’amore della natura!”
E la bottiglietta d’acqua intanto resta sempre a metà…
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