L’amaca
Il vero vecchio e il finto nuovo
DI MICHELE SERRA
Sento alla radio il ministro Nordio parlare di “buon costume”, termine che non udivo da qualche lustro. E sento in un programma mattutino di Raidue definire le donne “il gentil sesso”,altra espressione databile, direi, ai cinegiornali degli anni Cinquanta. La mia idea della destra di governo è che lentamente, inesorabilmente riaffiorerà (sta già riaffiorando) tutto il già visto, il già detto e il già sentito di un’Italia molto tradizionale, molto perbenista, mi permetto di dire molto vecchia. Non necessariamente negativa o esecrabile: solo vecchia. E conformista.
La confezione fintamente gaglioffa che gli intellettuali di potere fanno di questo materiale è una vera e propria truffa. Il cartello “siamo contro corrente” che affiggono sopra le loro botteghe è una frode in commercio. Sono (tal quale il generale Vannacci, che difatti è generale, mica ai margini della società) italiani di maggioranza (ahimé), che per rendere più accattivanti le cose che dicono le travestono da “coraggiose” o “trasgressive”. Hanno carriere importanti e molto premiate, anche con incarichi pubblici (il finto frondista Foa è stato presidente della Rai), ma adorano passare per rivoluzionari. Hanno l’auto blu – alcuni non da ora - ma si presentano al pubblico come se scendessero da una motoretta scassata. Prima o poi la destra frescona (che è il corpo grosso; la fanteria) prenderà il sopravvento, e chiederà a questi signori di non allargarsi troppo. Saranno i Bruno Vespa a trionfare, come sempre. I testimonial impeccabili del conformismo, della medietà, della cravatta. Fare il descamisado, magari in compagnia di qualche grillino che in Rai si sente ancora a casa sua, tra poco non sarà più funzionale.
Le vere restaurazioni amano ristabilire in fretta le convenzioni comode, e le abitudini tranquille.
Nessun commento:
Posta un commento