domenica 24 settembre 2023

L'Amaca

 

Non si fermano all’alt!
DI MICHELE SERRA
La sola cosa che si può dire con certezza, a proposito dell’odissea pluridecennale di milioni di migranti, è che le sue dimensioni storiche, umane, politiche, sono così smisurate che si è costretti a parlarne a bassa voce, misurando le parole per non sembrare ridicoli.
Purtroppo questa prudenza (pudore? intelligenza?) non è moneta corrente, e negli ultimi giorni i toni sono tornati striduli, come da protocollo “emergenza” (che emergenza non è). Su uno dei giornali di destra che l’avvento al governo della presidente Meloni ha reso ancora più indistinguibili di prima — sono tutti mobilitati per il fronte — abbiamo potuto leggere, a caratteri ciclopici, che bisogna “chiudere il Mediterraneo”. Che è un po’ come: spianare le Alpi, prendere al lazo la Luna, rimpicciolire il Pacifico, trainare l’Oceania, eccetera.
Si capisce che l’idea di “chiudere” un mare che dalla notte dei tempi è via di comunicazione per popoli europei, asiatici, africani, e ha più coste e più rotte di quanto sia immaginabile, faccia addormentare più sereni quelli che sognano una vita blindata e appendono al cancello la scritta “attenti al cane e al padrone”, con pistola in bella vista. Ma esisterà pure, santo cielo, un principio di realtà che valga anche per loro. E li aiuti a fare i conti con la natura instabile e complicata del mondo e degli uomini.
Bloccare, chiudere, blindare, sono verbi buoni per le guardie giurate (meritoria categoria) che ci aiutano a dormire più tranquilli. Ma illudersi di poterli estendere “al Mediterraneo” è patetico e un tantino psichiatrico. Che si fa, si mettono un milione di telecamere di sicurezza lungo le coste, e un milione di cartelli “attenti al padrone?”. Quelli passano lo stesso. La storia e la geografia non si sono mai fermate all’alt.

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