mercoledì 2 agosto 2023

L'Amaca

 

È sempre l’ora della libertà
DI MICHELE SERRA
Se un novantaduenne riesce a fuggire nottetempo dalla casa di riposo dove si sente recluso e a raggiungere la sua abitazione a dieci chilometri di distanza (è accaduto in provincia di Trento), vuol dire che la casa di riposo non era il posto dove voleva e doveva stare.
La vicenda ha sicuramente dei retroscena sanitari e familiari che non conosciamo, e dunque non va giudicata con sbrigativa severità nei confronti di chi ha deciso di ricoverarlo: ma l’evidenza dimostra che quel vecchio ha ancora un pezzo di vita da vivere, e vuole viverlo secondo il proprio arbitrio. Un film svedese del 2013, divertente e commovente, Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve,
racconta una storia identica. Tutte le storie di fuga producono un’istintiva immedesimazione nel fuggiasco. In ciascuno di noi c’è una voce interiore che, prima ancora che si possa ragionare sui perché della reclusione, grida “scappa! scappa!”. C’è un’epica della fuga che coinvolge e travolge, l’evaso, anche se è un criminale, esercita un istinto di libertà irresistibile. Universale.
Nella fattispecie, poi, l’età del protagonista entusiasma. Lo si presume debole, inerme, in balia dell’assistenza degli altri. E invece quel corpo contiene ancora energia, quella testa è ancora capace di valutare le stanze e le distanze, quelle gambe e quelle braccia possono ancora violare una recinzione e dirigersi verso quel posto insostituibile che chiamiamo “casa”. La vecchiaia è un’età misteriosa, sembra l’età dei vinti e invece custodisce intatto il fuoco della libertà.

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