giovedì 24 agosto 2023

L'Amaca

 

Lo sguardo dell’inquisitore
DI MICHELE SERRA
Non sono sicuro che una manata sul petto di una collaboratrice, nella concitazione emotiva di un momento topico della partita, possa valere, per l’allenatore della nazionale spagnola femminile, l’accusa di molestia sessuale.
Nessuno se ne sarebbe accorto se non ci fosse stato il precedente, ben diverso, dell’incauto bacio sulla bocca a una calciatrice da parte del presidente della federazione.
Sono sicuro, invece, che questa estensione occhiuta di una cosa grave come la violenza di genere a incidenti o equivoci o sbadataggini risolvibili con due parole di scuse amichevoli, sia un pesante danno che viene inferto alla causa dell’integrità del corpo femminile (e del corpo di tutti) e della libera determinazione della vita sessuale (di tutti). La morale è materia vitale, il moralismo è morte dell’intelligenza e della libertà. Lo sguardo inquisitore che minaccia di incasellare ogni gesto nella griglia infame della sopraffazione è uno sguardo che scredita la lotta per l’autodeterminazione di ogni persona. Ciò che è serio minaccia di diventare ridicolo, e quel che è peggio alimenta gli sghignazzi di chi nega il problema. La destra mondiale ci sguazza, in questo clima.
Ho rivisto due o tre volte (immagino l’abbiano fatto in molti) il filmino nel quale quell’uomo posava la mano, per due secondi e guardando da tutt’altra parte, sul petto di quella donna, e mi sono sentito come il protagonista delle Vite degli altri .Uno spione che cerca di incastrare un presunto colpevole e alla fine del film ha una sola certezza: che il suo è un lavoro di merda.
Rischiamo di diventare milioni di guardoni convinti di dover cercare in ogni gesto e in ogni persona una colpa. L’ossessione della colpa è dei bigotti. Non eravamo, o stavamo cercando di diventare, una società laica?

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