Fategli un disegnino
di Marco Travaglio
Ormai alla lista dei putiniani manca solo Biden, ma pare che anche lui si stia convincendo a iscriversi. E noi dobbiamo prepararci a difendere Zelensky&C. dall’affettuosa brutalità con cui gli atlantisti li scaricheranno dall’oggi al domani, come han già fatto con afghani, iracheni, siriani e “primavere arabe”: prima illusi e armati, poi abbandonati al loro destino o al golpista-tagliagole di turno. Dopo il numero 2 della Nato, anche l’intelligence fa sapere che la controffensiva ucraina sta mancando l’“obiettivo principale” di riprendere Melitopol e “tagliare il ponte terrestre fra Russia e Crimea”. Amen. Ma attenzione, il flop non è solo ucraino: è della celebre “Nato allargata” (40 Paesi) che da mesi annuncia l’imminente vittoria contro i russi “isolati”. È la Nato che le sta buscando, tramite l’esercito più armato d’Europa, dalla disastrata “armata rotta” russa. È la conferma che l’ideona di affidare alle armi la soluzione di una crisi regionale trasformandola in conflitto mondiale per procura era una follia e un autogol: ora Putin potrà ritorcere la propaganda occidentale contro la Nato, dipingendosi come il Davide solitario che respinge il Golia a 40 teste.
È il momento di avvisare, oltre alle nostre Sturmtruppen da sofà, Zelensky e la sua cerchia, che continuano a ragionare, parlare e agire come se stessero vincendo loro. Pretendono sempre nuove armi (ora è la volta degli F-16), come se alla riconquista delle cinque regioni occupate e annesse dai russi fosse questione di minuti. E dettano bizzarre condizioni per il negoziato: che, riguardando la guerra fra Russia e Ucraina, dovrà escludere la Russia. Un po’ come se, dopo la guerra del Kippur persa nel 1974 contro Israele, l’egiziano Sadat avesse avvertito gli Usa che a Camp David avrebbe incontrato tutti fuorché l’israeliano Begin. Lo scrive a Rep Andriy Yermak, consigliere di Zelensky: ammette, bontà sua, che “la vittoria e la pace non saranno raggiunte solo sul campo di battaglia”; poi ricomincia a dare ordini, farfugliando di un “modello in 3 fasi per la Formula di Pace in 10 fasi”, ovviamente “giusta”, cioè con “l’isolamento della Russia”, che intanto dovrà fare la cortesia di ritirarsi dalle cinque regioni. Purtroppo, tra una fase e l’altra, si scorda di spiegare perché mai Putin dovrebbe ritirare le truppe che l’invincibile armata non riesce neppure a scalfire. Prima o poi qualcuno, magari da Washington, spiegherà con un disegnino a Zelensky&C. che non sono più in grado di porre condizioni: dovranno prendere quello che arriverà. E sarà molto meno di ciò che avrebbero ottenuto negoziando subito prima o subito dopo l’invasione russa: 500mila vittime fa, quando chi li invitava a negoziare nel loro interesse passava per un fottuto putiniano.
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