venerdì 4 novembre 2022

Insuperabile

 

Fantastico! E il triste è che il PD considerai fattibile l'idea di trovare posto alla sig.ra Brichetto! Pacchianamente di destra. La vetusta e impalpabile classe politica pidina, che ci metterà sei mesi ad organizzare un congresso, e che si riassume nel taglio dei capelli della Serracchiani, dovrebbe seriamente considerare l'unica opzione rimasta in grado di aiutare il partito a non dissolversi: andarsene!
Moratti, mai più senza
di Marco Travaglio
Con tutti i guai che abbiamo, mancava solo l’esigenza di collocare da qualche parte Letizia Moratti, essendo la pensione (a 72 anni suonati) l’unica opzione esclusa in partenza. Per motivi imperscrutabili, ogni volta che la signora si ritrova per qualche ora senza una poltrona, scatta la mobilitazione generale per trovargliele un’altra. Il problema pareva risolto quando lasciò Ubi Banca per planare in quota FI alla vicepresidenza della Lombardia, con delega alla Sanità. Ma purtroppo, dopo i noti disastri su Covid, vaccini, call center e tutto il cucuzzaro, se n’è andata perché tutto a un botto è “venuto meno il rapporto di fiducia con Fontana”. Che è un po’ come dire: “Otelma è molto cambiato, non mi fido più”. Quindi, per diritto divino e premio ai guai combinati da vicepresidente, le spetta come minimo la presidenza. Calenda e Renzi gliel’hanno garantita e molestano il Pd, in teoria all’opposizione, perché s’accodi. Il mantra è quello “riformista” che ha distrutto la sinistra negli ultimi 20 anni: “Non possiamo regalare la Moratti alla destra, che si batte facendo cose di destra”. Il fatto che la Moratti, da San Patrignano alla presidenza Rai per il governo B. 1, dal ministero dell’Università nel governo B. 2 alla sindacatura a Milano per FI, sia sempre stata di destra, è un dettaglio trascurabile. Del resto, a spacciarla per il meglio del centrosinistra, sono due capetti di destra capitati per sbaglio fra i progressisti, spalleggiati dal giornale di un altro Attila della sinistra: De Benedetti. Il solito circoletto che da quattro anni fa l’esame del sangue a quei fascisti dei 5 Stelle.
Infatti Calenda non sente ragioni: il Pd deve caricarsi Azione-Iv e scaricare il M5S (che ha il doppio dei suoi voti) non solo in Lombardia, ma in tutta Italia. Perché lui e Renzi alla coerenza ci tengono. Infatti Iv a Verona appoggiava Tosi (e vinse Tommasi), mentre a Carrara sosteneva il centrodestra (e pure lì fu decisiva: vinse il centrosinistra). Azione a Lucca candidò Veronesi jr., che si alleò con la destra (inclusa CasaPound) e la fece vincere. A Catanzaro, per far perdere Fiorita sostenuto da Pd e 5Stelle, Calenda stava con tal Talerico, scartato dal centrodestra, e Iv con Donato, candidato di Lega, FI e FdI: e vinse Fiorita. Resta da capire cos’abbia fatto questa signora per meritarsi tante attenzioni, a parte lottizzare la Rai, sgovernare l’Università, Milano e la Lombardia. Però si chiama Letizia Maria Brichetto Arnaboldi, vedova del petroliere Gianmarco Moratti e discendente della contessa Beatrice “Bice” Arnaboldi Cazzaniga e del barone Paolo Ajroldi di Robbiate. Scavando un altro po’, potrebbe saltar fuori pure la contessa Pia Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare. E questi provincialotti, al solo pensiero dell’argenteria, si fanno la pipì addosso.

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