mercoledì 23 novembre 2022

Sempre la solita sensazione



Tutte le volte che guardo immagini come questa, tra l’altro fresca perché scattata da Orion lanciato pochi giorni fa dalla NASA, mi domando come sia possibile che in quel sassolino blu esistano stronzi capaci di nefandezze inimmaginabili, come guerreggiare uccidendo simili, continuare ad armarsi spendendo risorse crosettianamente, invece di utilizzarle per curare, migliorando la qualità di vita di milioni di persone affamate solo perché il destino di merda le ha fatte nascere in luoghi sbagliati; come sia possibile che chi ha già tantissimo si preoccupi di togliere anche le briciole alla moltitudine che per regole e codicilli creati ad hoc da orchi che laggiù definiscono economisti ed esperti di finanza, è destinata ad una vita di stenti e grigiori senza alcuna possibilità di intravedere speranze e miglioramenti, come fanno in quella cazzo di India che molti imbelli ammirano per la crescita tecnologica, di ‘sta fava! Quel sassolino blu sembra oramai soccombere alla inettitudine spasmodica dell’attuale civiltà evoluta, di ‘sta fava (2), intenta a produrre all’infinito, senza alcun ritorno filosofico serio e coerente, auto-obnubilandosi l’unico dato certo, concreto, inconfutabile, che cioè su quel meraviglioso pianeta, un contenitore di composti chimici pensante, definito uomo sapiens, esiste sensorialmente, respirando mediamente per una trentina di milioni di minuti, chi più chi meno, senza considerare i molti che si dissolvono molto prima a causa di condizioni ambientali rese assassine dalla cosiddetta crescita economica, di ‘sta fava (3), e da malattie ancora maledettamente attive per ragioni scandalosamente lucrose, perché ricerche e produzioni farmacologiche ed affini s’attivano solo in presenza di possibile “crano” per i loro già immani forzieri, di ‘sta fava (4)! 
Quel sassolino blu nel nero infinto sembra lanciare l’"esseoesse" intergalattico, che menti libere non possono che tradurre in un chiarissimo “help! Liberatemi da questi otto miliardi di cagacazzo, please!”

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