sabato 1 gennaio 2022

Un buon 2022 nel Tempo!

 

Ah il Tempo... quale migliore augurio di questo per un ottimo 2022 nel Tempo?

Tante volte, nel corso della mia vita, la realtà mi aveva deluso perché nel momento in cui la percepivo la mia immaginazione, che era il solo organo di cui disponessi per godere della bellezza, non poteva applicarsi ad essa, in virtù della legge inderogabile secondo la quale si può immaginare solo ciò che è assente. Ed ecco che gli effetti di questa dura legge erano stati improvvisamente neutralizzati, sospesi, da un meraviglioso espediente della natura, che aveva fatto balenare una sensazione – rumore della forchetta e del martello, stesso titolo di libro ecc. – contemporaneamente nel passato, il che permetteva alla mia immaginazione di assaporarla, e nel presente, dove la scossa effettiva data ai miei sensi dal rumore, dal contatto del tovagliolo ecc. aveva aggiunto ai sogni dell’immaginazione ciò di cui essi sono abitualmente sprovvisti, l’idea d’esistenza – e grazie a questo sotterfugio aveva consentito al mio essere di ottenere, di isolare, di immobilizzare – per la durata d’un lampo – ciò che non gli è mai dato d’afferrare: un po’ di tempo allo stato puro. L’essere che era rinato in me quando, con un tale fremito di felicità, avevo sentito il rumore identico del cucchiaio che tocca il piatto e del martello che batte sulla ruota, l’ineguaglianza al passo delle selci del cortile Guermantes e del battistero di San Marco ecc., quell’essere non si nutre che dell’essenza delle cose, in essa soltanto trova la propria sostanza, le proprie delizie. Langue nell’osservazione del presente dove i sensi non possono fornirgliela, nella considerazione di un passato disseccato dall’intelligenza, nell’attesa di un futuro che la volontà costruisce con frammenti del presente e del passato cui, perdipiù, sottrae parte della realtà, non conservandone che quanto conviene al fine utilitario, strettamente umano, ch’essa attribuisce loro. Ma basta che un rumore, un odore, già sentito o respirato un’altra volta, lo siano di nuovo, a un tempo nel presente e nel passato, reali senza essere attuali, ideali senza essere astratti, ed ecco che l’essenza permanente e abitualmente nascosta delle cose è liberata, e il nostro io che (da molto tempo, a volte) sembrava morto, ma non lo era del tutto, si sveglia, si anima ricevendo il nutrimento celeste che gli viene offerto. Un istante affrancato dall’ordine del tempo ha ricreato in noi, per sentirlo, l’uomo affrancato dall’ordine del tempo. Ed è comprensibile che questi creda nella propria gioia, anche se non sembra logicamente possibile che il semplice sapore d’una madeleine contenga le ragioni di tale gioia, è comprensibile che la parola “morte” non abbia più senso per lui; situato al di fuori del tempo, cosa mai potrebbe temere dal futuro?

(Il Tempo Ritrovato - Marcel Proust)

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