sabato 20 aprile 2019

Silenzio si gira!


Altisonante, fuorviante, deprimente, irriverente, sconosciuta, mal sopportata, commercializzata, idealizzata, soffocata. Anche quest'anno la festa principale dei cattolici ha la valenza di quella precedente. In questo giorno di silenzio, di solitudine, di sapore amaro cerco appigli, spuntoni per essere parte, minimamente,  dell'Evento. Mi è difficile, tremendamente difficile, sentendomi come un allocco avviluppato dalle onde alla ricerca frenetica di uno scoglio a cui aggrapparmi. 
Solitudine inappropriata, ondivaghi moti ondosi, fluorescenze, increspature: sono loro, in questo sabato santo, a governar la povera imbarcazione. Il pensiero mi è pesante come l'attesa, la compartecipazione asfittica. Resto distante, ignaro con la pigrezza datami in dote all'inizio del viaggio. 
Il comparar rende difficile ogni movimento, il lessico vien meno. Effluvi di parole, di riti ovvi privi di alcun nettare sensato. 
Attorno al fulcro ruota tanto squallore, le ceste sono vuote, l'aridità galoppa su un destriero indomito. 
Non resta che guardare, nel silenzio mai amato come oggi. 
Forse un rivolo, una brezza s'insinuerà nelle fredde rocce dell'ingordigia altalenante, forse un bagliore ne attirerà l'attenzione, l'accensione del dinamico riflettere su se stessi, avendo nello skyline quel corpo inanimato, l'indicibile alla portata di povere menti e di cuori tanto sofferenti da essersi trasformati in amebe, qual è il mio. 
Quel che conta è risollevarsi. Se solo potessi trovar agio ed energie nel raddrizzarmi ecco si, ne sono certo, l'energia della roccia accogliente forse mi permetterebbe di compartecipare, di sentirmi rinato, svolazzante sulle tante miserie opprimenti, create ad hoc per prostrami in questo insano modo. 
Si, godo di questo silenzio, potrei pure fremere per l'attesa! 
Hanno sempre detto che sia anche per me, come per tutti. 
L'inconcepibile è parte di noi. In questo impercettibile tepore, nella solitudine ne odo la conferma. Basta poter sollevare fronzoli, fregnacce, stagnanti ipocrisie. 
Forse è anche per me. 
Sperando che s'avveri e s'avverta cerco di sparigliare insane abitudini e, concentrandomi oltremodo, vi formulo in semplicità gli auguri. Che possiate fremere di gioia vera. E pura.  

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