lunedì 8 aprile 2019

Metti il caso che...


Mi ha fatto specie il messaggio di Charlize che spasima per trovare un fidanzato e, come tutti credo sul globo, mi sono immedesimato su un incontro al riguardo. 
Riflettendo infatti e prendendo spunto da questa notizia, socchiudo le palpebre e immagino quanta soggezione possa scaturire da incontrate un mito come la Theron. Già la soggezione, frutto di immagine, status, popolarità, successo, make up, flash, carta patinata, distacco di certi umani dal resto del mondo, loro divinizzazione, segretarie, staff ossequioso, agende zeppe di incontri in ogni angolo del globo, ricchezza, a volte pure sfrontatezza, dinamiche incentrate per deificare il soggetto. Tutto questo accade perché ogni epoca ha il suo stile. Se ad esempio qualcuno avesse incontrato Beethoven in qualche birreria non avrebbe avuto la sensazione di trovarsi difronte ad un diversamente umano; stesso discorso per Leonardo, Michelangelo, Raffaello. Si nobilitava a quel tempo l'arte ma non si idolatravano come invece l'attuale concezione di visibilità propone pure a personaggetti bivaccanti sui social. Se penso, e non faccio nomi per correttezza, che a farsi firmare cd, foto, implorando un selfie ad imbecilli infiascatori del nulla, ci vanno in così tanti da formare code e resse mai viste, mi cascano braccia e quant'altro al pensiero di come siamo stati ridotti dalla concezione del successo attuale, tanto impalpabile da averci trasformato in teneri giunchi in balia degli impetuosi venti creati ad arte per poter permettere al sistema di fagocitare le nostre libertà. 
Basta che appari in qualsiasi giornalucolo, in trasmissioni letali per la mente, ed ecco che attorno a te si forma il codazzo di sbavanti, in anelito costante e pendenti dalle tue labbra. 
Ma mettiamo appunto in fantasia una cenetta con Charlize: che gli direi, di cosa parlerei ad un'icona così fantastica? Ammesso che potessi farmi capire, visto che non parlo correttamente l'inglese, e non me ne frega assolutamente una ceppa di farlo, inizierei con una lieve ma diretta incensazione, ammirerei l'abnorme bellezza, il suo sguardo, i suoi sentimenti affioranti dagli immensi occhi. Cercherei di carpirne debolezze, fobie, timori, futuri traguardi. Anzi no, non potrei. Siamo e saremo per sempre su mondi paralleli, i suoi sospiri, lo stupore, il meravigliarsi non saranno mai i miei. 
Mi spiace Charlize, ma non se ne fa nulla! 
Buona vita!   

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