sabato 27 aprile 2019

Appunti



Premesso che non ho figli, questa storia della provincia di Taranto dei cosiddetti ragazzi di buona famiglia rende alquanto difficile non commentare, non esprimere un benché minimo fastidio in merito. 
Ma se i cardinali ci insegnano, intromettendosi, sulle vicende e le problematiche legate al sesso, perché non lanciare in etere un tremebondo vaffanculo a tutti quei genitori che per anni non si sono accorti che il loro figlio tanto carino e profumato, andava assieme ad altri ad importunare pesantemente, con violenza inaudita, una persona disabile che per paura non usciva più di casa e che è morta per un'emorragia interna, pare, frutto dei pestaggi? 
Che cazzo metti al mondo un figlio se poi non te ne curi, non gli insegni l'educazione fondamentale per aiutarlo a scegliere il bello, il giusto, l'umano? 
Anni di soprusi, di pesanti dileggi, di gare a chi gli procurava più fastidi, dolori. 
E adesso tutti ritornati buoni, angelici e poi gli avvocatoni che questi figli di papà si potranno permettere e che ma si, dai! alla fine vedrete che sarà colpa del disabile, il quale oltre ad essere morto verrà probabilmente svilito pure della poca dignità rimastagli per assecondare la voglia di impunità che già aleggia attorno a quei rimbambiti minorenni. 
Una storiaccia degna del peggior paese, del decadimento culturale così tanto eclatante che porta la famigerata frase "lo facevamo per ingannare il tempo" ad assurgere a tesi inglobata nel mefitico regno dell'impunità, seguita istantaneamente dal quel "So' ragazzi!" che a parer mio dovrebbe essere sanzionata pesantemente ogniqualvolta allocchi di ogni genere la pronunciano. 
E soprattuto un ricordo ed un pensiero al martire di questa vicenda, Antonio Stano, deceduto dopo sofferenze ed atrocità subite per mano di figli degeneri di una moltitudine di inetti ed incapaci!

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