mercoledì 30 luglio 2025

L'Amaca

 

Lo shining del fanatismo
di MICHELE SERRA
Pestare un francese ebreo incontrato in autogrill — senza sapere chi è, cosa pensa, come vive, e senza tenere conto che con lui c’è un bambino di sei anni — solo perché indossa una kippah e reagisce agli insulti; e pensare che pestarlo significhi essere “dalla parte di Gaza”, richiede una buona dose di stupidità. Ma la stupidità non basta. Bisogna lasciarsi possedere da quella specie di shining negativo, inconfondibile, che è il fanatismo, una specie di ossificazione del pensiero che devasta una minoranza di persone; però una minoranza così attiva, così rumorosa, così prevaricante, da guastare anche la vita degli altri.
Sarebbe interessante sapere chi sono gli autori del gestaccio. Non per punirli o biasimarli (non serve a niente: il fanatico gode dei propri torti, li considera prove sul campo della sua eccellenza morale, si sente vittima anche quando è prevaricatore), ma per capire meglio. Cosa leggono, se leggono?
A quali siti si abbeverano e in quali chat si autobenedicono? In quali stanze refrattarie al mondo rinforzano i loro precetti (in questo caso: ebreo uguale Netanyahu. Che è come dire: russo uguale Putin, arabo uguale terrorista, americano uguale Trump, italiano uguale mafioso, eccetera)?
Se il fanatico di destra (il fascista) è in qualche modo coerente con un pensiero di prevaricazione fisica e di sottomissione degli altri, come fa il fanatico “democratico”, che si ritiene portatore di solidarietà e uguaglianza e, non c’è bisogno di dirlo, pacifista fin dalla nascita, a bruciare bandiere, picchiare persone, sbraitare insulti e odio, senza sentire cigolare i suoi cardini? Non c’è risposta, e anche la domanda è inutile.
Perché il fanatico, in ogni domanda, in ogni dubbio, legge solo cedimento e tradimento.

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