domenica 20 luglio 2025

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Diritto di vino
DI MARCO TRAVAGLIO
Siccome un anno fa teorizzò che “il vino potrebbe costituire un buon alibi per eventuali sciocchezze che io potessi dire”, si avvicina il giorno in cui il ministro Carlo Nordio invocherà lo stato di ebbrezza. Perché le sciocchezze che dice sono tutt’altro che eventuali. Solo nelle ultime settimane è riuscito, nell’ordine, a: definire il parere del Massimario della Cassazione sul dl Sicurezza “intervento irriverente, improprio e imprudente” e chiedere accertamenti non si sa bene su cosa (forse non sa che il Massimario esiste dalla notte dei tempi per fare esattamente quello); suggerire alle donne in pericolo di “trovare rifugio in una chiesa o in una farmacia”; minacciare di sanzioni il Pg di Cassazione Piccirillo che l’ha criticato su Almasri perché “si permette di censurare le cose che ho fatto e in qualsiasi Paese avrebbero chiamato gli infermieri” (i magistrati che criticano il ministro sono matti: quelli sani gli leccano i piedi); incolpare dell’affollamento carcerario “quanti commettono reati e i magistrati che li mettono in prigione” (quindi i giudici non devono arrestare chi commette reati, nemmeno i 62 nuovi inventati dal suo governo); definire il sovraffollamento carcerario “una forma di controllo sui suicidi” (se in cella non c’è spazio, uno mica s’impicca); chiedere al Pd di ringraziarlo perché, “con la mia riforma, a Milano hanno tutti evitato il carcere” (sono soddisfazioni); attaccare i pm di Palermo per la “scelta inusuale” di ricorrere in Cassazione contro l’assoluzione di Salvini in primo grado al processo Open Arms per violazioni di norme penali, costituzionali e internazionali: “Non si impugnano le assoluzioni, come in tutti i Paesi civili”.
A parte il fatto che persino negli Usa un procuratore può ricorrere alla Corte Suprema contro assoluzioni in cui ritenga che il Tribunale ha violato il diritto federale, non c’è nulla di strano nell’impugnare un’assoluzione in Cassazione: se il pm vi vede errori di merito, ricorre in appello in punto di fatto; se vede errori di diritto, ricorre in Cassazione in punto di legittimità. Se Nordio vuole impedirlo, deve cambiare la legge e infatti minaccia di “rimediare”: ma così ammette che la Procura di Palermo è nella piena legalità, diversamente da lui che calpesta l’autonomia e indipendenza di un altro potere dello Stato. Viene in mente quel pm veneziano che nel 1995 querelò per un articolo satirico Dario Fo e Franca Rame. Ma i due artisti furono assolti in primo e secondo grado. Allora lui impugnò le assoluzioni in Cassazione, ma anche lì fu respinto con perdite. Sapete come si chiamava? Carlo Nordio. Come il ministro che ora dice: “Non si impugnano le assoluzioni, come in tutti i Paesi civili”. Delle due l’una: o gli levano il ministero o gli levano il vino.

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