venerdì 25 luglio 2025

Calcoli e rigore

 

Linguine ai Ricci
DI MARCO TRAVAGLIO
Ormai l’Italia è talmente sottosopra che, a pagare il conto delle indagini sul malaffare, è l’unico grande partito non coinvolto: il M5S. Con un gesto forse eccessivo di generosità, aveva accettato di sostenere nelle Marche l’ex sindaco renziano di Pesaro e attuale eurodeputato Pd Matteo Ricci. E, ora che quello è finito indagato, Conte e i suoi si dibattono nell’imbarazzante scelta fra quattro opzioni: 1) mantenergli l’appoggio; 2) chiedere al Pd e agli altri alleati di cambiare cavallo in corsa; 3) correre con un proprio candidato; 4) non presentarsi e lasciare libertà di voto. E da tutte e quattro le opzioni sarà il M5S a rimetterci. Con la 1 la parte più idealista della base gli rinfaccerebbe di ignorare la questione morale quando riguarda gli “amici”, cioè di “essere come gli altri”, e non andrebbe a votare. Con la 2 partirebbe una caccia al nome nuovo e vincente destinata a fallire perché manca il tempo (quello che il Pd ha perso a fare lo struzzo minimizzando lo scandalo e garantendo agli alleati che si sarebbe sgonfiato, anziché valutarlo nel merito con i probiviri, ove mai esistessero e fossero sia probi sia viri). Con la 3 il M5S farà perdere Ricci, raccoglierebbe pochi voti col proprio candidato di bandiera e verrebbe pure accusato di aver fatto vincere il meloniano Acquaroli in una Regione cruciale per la premier. Con la 4 rinuncerebbe alla propria rappresentanza in Consiglio regionale, cioè a fare opposizione.
Il paradosso dei legalitari che pagano pegno al posto degli illegalitari dipende da un sistema mediatico ancor più marcio di quello politico-affaristico squadernato dalle ultime indagini. Anziché chieder conto ai vertici Pd con che faccia possano stampare sulle loro tessere la faccia di Berlinguer e poi difendere i Sala, i Ricci e gli altri cacicchi che dovevano mandare a casa, oppure tacere sugli scandali torinesi, bolognesi, pugliesi e così via che sono l’antitesi dell’etica berlingueriana, i grandi media chiedono ai 5Stelle come si permettano di opporsi a quei sistemi di potere degenerato e di contestarne gli artefici. Meraviglioso il titolo del Corriere, che fa propri i “sussurri” senza nome dei cuor di leone piddini anti-5Stelle: “‘Stanno facendo storie’. Dentro il Pd il timore che il M5S possa sfilarsi” nelle Marche. Quindi il problema non è un candidato che, al di là delle accuse di corruzione difficili da dimostrare, gestiva allegramente centinaia di migliaia di euro pubblici con affidamenti diretti agli amici del suo factotum. Ma quei rompipalle 5Stelle che “fanno storie” sul sistema Sala e sul sistema Ricci, anziché mettere anche loro la testa sotto la sabbia. Sarebbe bello poter dire: faranno giustizia gli elettori. Ma già sappiamo che quei sistemi portano voti a chi li gestisce, non a chi li combatte.

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