martedì 16 agosto 2022

Un grande Dibba!


di Alessandro Di Battista

Giorgia Meloni votò la legge Fornero condannando centinaia di migliaia di italiani alla disperazione. Ma il PD non può attaccarla per questo. Tutto il PD, compreso Letta, votò la stessa legge ed ora candidano un alfiere dell'austerity come Cottarelli.
 
Giorgia Meloni era ministro della Repubblica (e La Russa addirittura ministro della Difesa) quando il governo Berlusconi avallò la guerra in Libia, la più grande sconfitta geopolitica italiana dalla II guerra mondiale in poi. Ma il PD non può attaccarla per questo. Tutto il PD, compreso Letta, sostenne quell'ignobile intervento voluto dagli americani, dai francesi e patrocinato da Giorgio Napolitano, il peggior presidente della storia repubblicana. 
Le conseguenze di quella guerra le stiamo ancora pagando ma nessuno lo ricorda. La Meloni parla di blocco navale con pochissimi giornalisti capaci di ricordarle le conseguenze sul piano migratorio di quell'intervento ed il PD parla sempre meno di Libia e diritti umani per vergogna.
 
Giorgia Meloni, che oggi chiede drastici cambiamenti all'Unione europea, votò il pareggio di bilancio in Costituzione. Quel pareggio di bilancio voluto dalla BCE quando Trichet cedeva lo scettro proprio a Mario Draghi. Ma il PD non può attaccarla per questo. Figuriamoci. Il pareggio di bilancio l'hanno votato tutti quanti. Il bello è che neppure Di Maio può aprire bocca essendo il garzone di Tabacci, anch'egli sostenitore di quella vergognosa riforma. 

Giorgia Meloni sostiene l'invio di armi in Ucraina (a proposito, la guerra c'è ancora anche se pare che delle sofferenze dei civili e di seri tentativi diplomatici per farle finire non interessi più nessuno). Ma il PD non può attaccarla per questo. Capirai, fosse stato per Letta avremmo mandato pure la Folgore a combattere contro i russi. 

Giorgia Meloni sostiene l'aumento di miliardi su miliardi in spese militari. Quell'aumento definito folle da Papa Francesco in un momento in cui clima e povertà uccidono come non mai. Ma il PD non può attaccarla per questo. Il ministro della difesa Guerini è il massimo sostenitore dei 14 miliardi in più all'anno spesi in armi (per informazione l'Italia investe nelle università 7 miliardi all'anno). 

Questa è la cruda realtà. Ed ecco che il PD per differenziarsi dalla Meloni tira fuori il pericolo fascista (loro che sono stati gli alfieri del “fascismo finanziario”), mette nel programma qualche misura di sinistra mai realizzata quando erano al governo, ovvero praticamente sempre negli ultimi 11 anni, o sostiene la crociata contro la fiamma tricolore nel simbolo di FdI senza nemmeno rendersi conto che queste cose non la indeboliscono affatto. Anzi. 

Letta e Meloni sono due facce della stessa medaglia. Hanno sostenuto, entrambi, tutto quello che, negli ultimi anni, ha colpito l'interesse generale. Prima o poi se ne accorgeranno in tanti.

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