Se ne è andato a 103 anni il comandante partigiano Mario Fiorentini, insegnante di matematica, studioso, una vita spesa a difendere i valori di libertà antifascista, trasmessi alle generazioni future.
«Solo la libertà, quella che abbiamo conquistato nel 1945, ci permette di guardare al futuro con fiducia e serenità».
Ai tempi della Resistenza rischiò la vita moltissime volte, impegnato a contrastare con ogni mezzo fascisti e nazisti.
Probabilmente il fato gli ha riservato il privilegio di non vedere un "ritorno", soft quanto si voglia, ma pur sempre un "ritorno" di nostalgici ed infingardi roteanti attorno al "nero perdi sempre", un momento storico complicato dove la cosiddetta sinistra parrebbe colludere con la destra, in un fricandò immorale e spazzante ogni pallida idea di socialismo; dove un pregiudicato evasore e pagatore seriale di tangenti alla mafia, ancora tra i coglioni, ciancia su iperboliche riduzioni di tasse, quei balzelli che per una vita ha ridicolizzato e sminuzzato grazie ad innumerevoli paradisi fiscali.
Ma quello che per fortuna a Mario è stato risparmiato è il riveder in tolda, sotto forma di Caciotta al momento travestita da democratica silente, quel pensiero violento e divisivo sgorgante da quella cloaca da lui eroicamente combattuta per tutta la vita.
Grazie dell'esempio Comandante Mario!
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