mercoledì 20 novembre 2019

Girotondano le sardine senza meta



Segretario,
per l'ennesima volta "qualcosa" d'inaspettato si agita nei meandri sociali del sottobosco italico. Come sempre, dai primordi storici, accade che l'apparente maggioranza sbandi mediaticamente per "qualcuno", infervorandosi oltremodo sino al punto di miniaturizzare eclatanti segnali che dovrebbero perlomeno insinuare dubbi, reticenze, frenate alla frenetica accettazione di tutto quanto gronda dalle labbra del prescelto di turno. 
Vuole degli esempi? 
Mi spingo in anni lontani nei quali gran parte della zavorra debito attualmente sulla groppa di ciascuno di noi ebbe origine: parto infatti dal Cinghialone defunto, con la sua politica del "do ut des" e le tangenti anticamera dell'Era della Corruttela, con tanto di Gobbaccio al seguito. Fu così spasimato l'amore a quei tempi che ancor oggi qualcuno ricorda Bettino come un grande politico! I segnali a quel tempo erano molto tenui, quasi impercettibili: vi erano grandi saggi, il Compagno e il Partigiano, che tentarono di arginare l'assalto dell'idea che il contraccambio dovesse divenire normalità. Furono inascoltati e, la storia insegna, solo grazie ad una saggia azione della magistratura il sontuoso banchetto fu interrotto, con danni che ancora oggi stiamo pagando. 
Venne allora dagli anfratti dell'arrembaggio finanziario un Nano ingalluzzito, potente al punto di gestire, rimbambendoci, l'etere e l'informazione, il cultore del ghepensmì, il faraone dell'Era del Puttanesimo. Osannato, adulato, posto d'incanto a modello, a faro illuminante, questo imprenditore, per così dire, trasformò ogni meandro dello stato in fucina per il suo obbiettivo, tra l'indifferenza generale: risanare le proprie aziende, aumentando forziere di famiglia. Solo pochi, pochissimi, a quel tempo tentarono una flebile azione di disturbo, di protesta, considerando che il partito sulla carta all'opposizione, di cui lei oggi è Segretario, iniziò un flirt che sarebbe sbocciato in vero amore nell'Era successiva. Girotondi, capeggiati da un grande regista poi divenuto afono durante il Ballismo, iniziarono a scalfire il potentato puttaniere e non furono capiti, accolti, impreziositi da coloro che, solo a parole, tentarono di arginare lo zar mignottesco. 
Dopo che l'Europa ci liberò da cotanto energumeno, spuntò quasi per incanto dalle ceneri di quello che un tempo fu un partito serio d'opposizione ai privilegi, alle disparità sociali, un Bullo che fingendosi rottamatore, affossò definitivamente quella "vaga idea di socialismo" (cit.) agevolando i dettami finanziari ed economici dei grandi potentati da lui riveriti con entusiasmo. Dopo uno sbandamento generale dovuto al classico innamoramento, a me personalmente non mi catturò mai, quel "qualcosa" nel sottobosco sfanculò il Giullare con l'arma referendaria, fino a ridurlo a macchietta di compagnia d'avanspettacolo qual è tutt'oggi. 
Già l'oggi! E' spuntato il nuovo amore italico, un Cazzaro di modesta qualità, ammaliante molti mediante un ingegnoso sistema comunicativo, composto di fake, di ragli alla luna, di discorsi fuorvianti la verità mediante l'inoculazione di fregnacce da taverna, quelle che comunemente definiamo ninnoli per popolino, sparse in aere quasi fossero temibili batteri, abbacinanti e velanti la pochezza di idee, di politica, di visione globale per costruire un futuro alle nuove generazioni. 
Veniamo al "qualcosa" di oggi, le cosiddette sardine: non hanno colorazione politica perché, diciamocelo Segretario, non saprebbero come colorarsi. Da una parte c'è il partito che lei gestisce, il quale soffre da troppi anni per mancanza di rigenerazione sia sociale, che di teste pensanti. Se siete arrivati al punto di temere un crollo elettorale nell'appoggiare una legge che finalmente metterebbe in galera i ladroni respiranti attorno a noi che evitano, allegramente, di pagare i giusti tributi, beh me lo lasci dire, siete alla frutta! E' palese che scegliendo la strada stretta tanti che si sono rifugiati per continuare a delinquere ai danni della collettività, vi lascerebbero cercando altri lidi, e ce ne sono molti in giro. Ma il partito democratico deve, obbligatoriamente, scegliere, rinascere, riavviarsi. Basta correnti, basta sarcofagi mestieranti, basta diatribe alla "cazzo&campana" ricercante il sesso degli angeli! C'è una marea di delusi, di giovani, di incazzati che attendono un "qualcosa" di sano, lontano anni luce dal politichese, dalle mezze verità, dalle strade tracciate dalle fobie di scontentare classi sociali agiate, privilegiate, si ricordi ad esempio che al tempo del Fanfarone a Roma il seggio con maggior voti era quello dei Parioli, caro Segretario! 
E le "sardine" non si riconoscono neppure nell'altro partito, ops, Movimento di attuale maggioranza, guidato da un volonteroso ragazzo, debole di carattere, che ne ha modificato scelleratamente il dna arrivando a rendere insensibile la gran parte del corpo elettorale difronte ai dogmi pentastellati, l'onestà e il rigore morale. Quanti politici appartenenti al movimento sono caduti nelle maglie della giustizia? Pochissimi! Eppure questo dato è pula che il vento disperde. Vengono definiti incapaci, fuori luogo, insensati. Guardi ad esempio la casa della Trenta! Ci rendiamo conto di quanti alloggi in passato furono agguantati dai mestieranti professionisti del politichese, senza che l'opinione pubblica esprimesse nausea?
E questi talenti, oramai talleri, senza una seria e granitica conformazione, senza i cedimenti pudibondi tipo la negazione di procedere processualmente nei confronti dell'allora compagno di coalizione Cazzaro chiudente i porti, o il via libera alla Tav, sono evaporati e avviluppati dai mojiti al Papeete, aprendo una falla gigantesca che sta ancora ridicolizzando la percentuale di consenso elettorale al Movimento stesso!      
Orbene Segretario! Tenti di trasformare il partito in qualcosa di appetibile ai tanti che stanno manifestando meravigliosamente dissenso nei riguardi del "nuovo amore italico"! Si sforzi di presentare un partito pulito, retto, ascoltante gli innumerevoli disagi sociali! E' l'ultima chiamata questa. Dopo, purtroppo, sarà pianto e stridore di denti! Vamos!     

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