domenica 03/11/2019
Plastic Man
di Marco Travaglio
Non ancora è certo, ma può darsi che M5S e Pd abbiano finalmente capito che devono tenersi stretto il Conte2 che hanno creato due mesi fa. Il Quirinale ha fatto sapere, nelle consuete forme felpate, che questo è l’ultimo governo della legislatura. Perchè, se l’unica maggioranza alternativa a quella giallo-verde sfasciata da Salvini, quella giallo-rosa, non è in grado di sostenere questo, tantomeno potrà farne un altro (come vagheggiano Renzi e altri avventurieri). Ora però 5Stelle e Pd, dopo aver difeso il governo dalle sgangherate sortite del Cazzaro Rosé perfettamente sintonizzato col Cazzaro Verde, devono concentrarsi sulle molte cose su cui concordano e accantonare le poche su cui dissentono. Per capirci: un governo di emergenza deve tenersi alla larga da tutto ciò che divide la maggioranza e compatta l’opposizione salviniana (tipo Ius Soli, decreti Sicurezza, porti aperti a tutti). E smetterla di inseguire le flatulenze quotidiane di Renzi. I suoi ministri hanno il diritto di presentare le proprie richieste e proposte. Il premier Conte ha il dovere di accogliere quelle accettabili e di ignorare tutto ciò che viene detto fuori dai vertici di maggioranza e dai Consigli dei ministri. Tipo il no di Renzi alla microtassa sulla plastica, peraltro già accettata dai suoi in ben cinque vertici.
L’11 marzo 2014 la maggioranza del governo Renzi approvò la delega fiscale che all’art. 15 prevedeva nuove tasse per orientare le aziende verso la “produzione sostenibile” e rivedere le accise. Poi Renzi lasciò decadere il decreto. Il 5 gennaio 2018 lo smemorato di Rignano difese la sua legge sui sacchetti biodegradabili tuonando: “Combatteremo sempre l’inquinamento ambientale da plastica”. Il 27 settembre scorso s’intruppò in contumacia nelle piazze del Friday for Future: “Le immagini dei ragazzi che colorano di verde il pianeta allargano il cuore. Ora tocca alla politica fare sul serio. Presenteremo un progetto concreto e fattibile. Perché non si può applaudire i ragazzi e poi tornare a far finta di nulla”. Ora è diventato Plastic Man, santo patrono delle lobby inquinanti (ieri il sedicente seguace di La Pira era in Arabia Saudita con i maggiori produttori di armi del mondo), che applaude i ragazzi e poi torna a far finta di nulla, anzi annuncia “battaglia in Parlamento” contro la norma anti-plastica del suo governo. Chi continua a rincorrerlo fa il suo gioco: più si parla di lui, più salgono i suoi compensi di conferenziere a gettone. Plastic Man va ignorato e sfidato, in silenzio, a far cadere il governo. Così, se si andrà alle elezioni e le vincerà Salvini, tutti sapranno chi ringraziare. E ci leveremo dai piedi almeno un Matteo su due.
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