giovedì 14 novembre 2019

Gnorri



Zaia ha imparato alla perfezione il metodo Cazzaro Verde, applicato già sulla vicenda dei 49 milioni svaniti e nella querelle russa, con il probabile tentativo di agguantare una tangente dalla vendita di prodotti petroliferi: far lo gnorri, inebetendosi al punto di apparire come un alieno appena sbarcato da chissà quale galassia. E allora a Zaia glielo dobbiamo ricordare che il Mose è stato avviato dal Puttaniere negli anni in cui quelli come Zaia governavano, pardon, gozzovigliavano sul paese già allora stremato dalla corruttela. Dobbiamo pure rammentargli i grandi manigoldi che al tempo ladrarono sul progetto, Galan e pare l’ex ministro Matteoli, tutti e due appartenenti alla fattoria del Pregiudicato, ci mancherebbe, ma alleati di quelli alla Zaia. Dovremmo anche rimembrare a Zaia che fino ad oggi il Mose ci è costato quasi 7 miliardi di euro, e che una buona fetta è finita in tasche di amici, di amici degli amici della coalizione mefitica Forza Italia-Lega. E che opere immani come il Mose rappresentano il cotechino appeso su un branco di lupi famelici e che il prossimo banchetto sontuoso si chiamerà Tav. Infine caro, si fa per dire, Gnorri Zaia un’ultima news: oggi è il 14 novembre 2019. Glielo rammento perché lassù sul pero dove siete voi tutti amici del Cazzaro, pronti a cascare alla prima presunta avversità, forse il tempo rallenta e gli eventi si dilatano misteriosamente e la colpa non è mai degli gnorri.

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