sabato 9 novembre 2019

Fantastico!


Sabato 09/11/2019
Astenersi incensurati

di Marco Travaglio

Renzi piazza un altro colpaccio nella campagna acquisti della cosiddetta Italia Viva: l’ingaggio a parametro zero di Francesca Barracciu, condannata in appello a 3 anni e 3 mesi per peculato ai danni della Regione Sardegna, nel processo per 80mila euro di rimborsi pubblici per spese private che, quando era solo imputata, aveva indotto Renzi a cacciarla dal suo governo. La prestigiosa new entry consolida Iv nel ruolo di bad company del Pd, che al confronto pare un convento di orsoline. Presto anche FI, da sempre più simile al bar di Guerre stellari che a un partito, sembrerà un collegio di educande. Soprattutto se, in aggiunta a Francesco Bonifazi indagato per finanziamento illecito da Parnasi, arriveranno l’ex governatrice umbra Catiuscia Marini (inquisita per abuso d’ufficio, rivelazione di segreto d’ufficio, favoreggiamento e falso nella Sanitopoli perugina) e il governatore calabrese uscente Mario Oliverio (imputato per associazione a delinquere e corruzione). La loro illustre presenza, in aggiunta a quella di vari indagati e imputati minori, aumenterebbe a dismisura la densità di impresentabili in rapporto non tanto agli elettori del partitucolo (al momento inesistenti), quanto agli eletti (sempre più numerosi, almeno fino alle urne).

La selezione della classe dirigente italo-viva è chiaramente ispirata alla scena madre di Mezzogiorno e mezzo di fuoco, capolavoro di Mel Brooks. Lì il cattivo che deve arruolare una sporca dozzina per assaltare Rock Ridge si siede dietro un banchetto ed esamina i curricula dei candidati in fila indiana con la domanda: “Precedenti penali?”. Il primo risponde: “Stupro, assassinio, incendio doloso, stupro”. E lui: “Hai detto due volte stupro”. “Sì, ma mi piace tanto lo stupro!”. “Ottimo, firma qua. Avanti il prossimo… Precedenti penali?”. “Atti di libidine in luogo pubblico”. “Non è mica tanto grave”. “Sì, ma in una chiesa metodista!”. “Ah carino! Arruolato! Firma qua!”. Questo spiega come mai l’auspicata (da Renzi) transumanza di parlamentari da Forza Italia proceda tanto a rilento: in simile compagnia, persino chi conviveva amabilmente con B., Dell’Utri, Previti&C. teme di perdere la faccia. Resta invece insondabile il motivo per cui Matteo la Cozza faccia causa a chiunque lo accosti a scandali personali o familiari. Dovrebbe ringraziarci, invece: più aumentano i sospetti, più si rafforza la sua leadership nella bad company, più nuovi adepti arrivano. Il prossimo passo sarà un’inserzione sui social: “AAA cercansi condannati, imputati e indagati purché avviso-muniti. Astenersi incensurati. Telefonare Matteo, ore pasti. Cioè h 24”.

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