Quelle giornate un po’ così
quando la valvola di sfiato si ottura e il merdometro interno non riesce a
sfiatare! Vi sarà capitato pure a voi di vivere questi momenti altamente
dequalificanti l’esterno riflesso nell’interiorità!
E allora pensi, rimugini,
alterni battibecchi con te stesso, sfogandoti di quanto ti circonda, un mugugno
intrinseco, un’irriverenza estrema con l’habitat che il fato o chi per esso t’ha
assegnato.
Dove sono immerso, che cosa
riesco ad intravedere di positivo? Sono spettatore di un avanzo di incongruenze
che mi vorrebbero far spacciare per normalità! Chi? Lo chiamo sistema perché
non riesco ad evincere i contorni di questo corridoio in cui mi hanno
intrappolato: non sopporto i falsi moralisti, chi s’erge a capo gita, chi
parla, straparla per denaro, chi si confeziona abiti per piacere, piacioni del
cazzo.
So di un famoso intellettuale che una volta è stato contattato per
venire a parlare ad un incontro organizzato da una famosa associazione
internazionale. Ebbene, sapete questo codardo, infingardo cosa chiese? Le spese
del viaggio, e fino qui poteva andar bene, e 600 euro in “nero”. E tutte le
volte che vedo un suo articolo altisonante, mi si rivolta lo stomaco, lo evito,
non lo leggo e leggerò mai, questa merda finta pensante!
Tipi come lui ce ne sono a
bizzeffe e se non sono pagati, agiscono naturalmente in modalità arraffante,
pregna di soprusi morali e culturali.
E’ pur vero che se il
Giudizio Universale della Cappella Sistina fu cogitato e miracolosamente
eseguito dal genio michelangiolesco per avidità, Michelangelo era avidissimo,
allora cascano le palle, tutto si ammoscia, i buoni pensieri, le speranze di
esistenza di un livello superiore, appassiscono davanti a tanta mestizia.
Sogno l’agire
disinteressato, il dispensar di valori posseduti ed elargiti in gratuità. E’
chimera? Direi di si. Quasi tutto viene fatto per denaro. E questo m’inquieta,
m’adombra, mancando la libertà d’agire. Si dirà: non si può vivere solo d’aria.
E’ vero. Ma un conto è acquisire risorse per dignità personale, altro è trangugiare
pedissequamente solo per ossessione.
Sopporto e m’accheto nel
pensiero comune che finge di non vedere atrocità infami, come quella gigantesca
dei 27 milioni di bimbi fuggiti dalla violenza della guerra, perché sono
immerso nel famigerato sistema, lo stesso che nel contempo mi sprona a
digrignar denti pensando ad un cucciolo di cane abbandonato, ad addolorarmi per
una balena spiaggiata, ad intristirmi vedendo le bottiglie di plastica in mare.
Tutti eventi spregevoli certo, ma il mistero per cui non me ne frega nulla dei
27milioni di bimbi è qualcosa che urtica quel poco di normale che ho ancora in
me. Lo so, lo so che dietro al menefreghismo umanitario si nascondono trame
diaboliche sdogananti il fatto che produrre armi sia un bene per la nostra
economia.
Mi dicono, ci trasmettono il messaggio che non si possono chiudere le
cosiddette fabbriche di morte, perché ne va del nostro Pil! Ecco il nocciolo,
questo cazzo di Pil! I moniti della Lagarde, Moscovici, Gin Tonic Junker,
Angela (Anghela), il nipotino con nonna ed erre moscia naturale, quel pazzo col
ciuffo biondo a stelle e strisce, l’assassino rigonfio inoculante radiazioni in
corpi altrui, le finzioni belligeranti in nome della pace, ossimoro devastante
e normalizzato.
Dicevo di essere in un corridoio, senza poter vedere spazi
areati di immense sale, praterie per l’intelletto. Mi hanno tolto tutto
facendomi indossare il grembiulino di scuola fanciullesca; non devo alzare lo
sguardo, solo mirar pareti strette, pertugi ove sfogare rabbia, dissapore,
incongruenze culturali immarcescibili.
Spero sempre nel
miglioramento ma lo spread blocca ogni desiderio di rinascita. Ci lasciano
credere che possiamo degustare la vita. Cazzata epica questa. La vera vita è
solo nella libertà individuale e di comunità.
A volte può sembrare che il mio
dire si possa associare a quelli che credono alle scie chimiche e ai poveretti
devoti del terrapiattismo. Può essere, certo che può essere. Parto però da un
teorema: riescono a farci comprare quello che vogliono esponendo merci negli
scaffali secondo degli studi; sanno che basta un niente e prendiamo delle cotte
per tragedie mediatiche affossanti neuroni in stile Grande Fratello, delle
barbaredursate per intenderci; sono certi che compreremo quel prodotto, che
useremo dei nostri polpastrelli per strisciare carte al fine d’impossessarsi di
ninnoli vuoti. Conoscono la smania comune portante ad aspettare notti per
venire in possesso di luccicanti gadgets.
C’intruppano, lo sappiamo
tutti. Che altro serve per solidificare la ribellione?
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