mercoledì 20 febbraio 2019

Ricorsi


Mi ritorna in mente il primo governo Prodi, Mastella che si dibatteva per entrarvici, la scelta improvvida di accoglierlo invece di ritornare a sagge, giuste ed indefesse nuove elezioni. 
Già la politica, il politichese, il gusto per l'orrido che viene presentato come accordo, ti sgancio una cosa che non approvo e tu in cambio me ne ritorni una indigeribile per la tua compagine. 
Corsi e ricorsi storici: un Movimento nato da una sana ed integerrima idea, sfanculante costi altisonanti della politica, senza sede, senza bilanci, abitato da persone con un obbiettivo di partenza aureo, mettersi al servizio della comunità per compiere l'arduo compito di dirigere la casa comune. 
Succede però che subentrino questioni spinose, il Cazzaro e le sue smanie possessive dell'intera torta, l'accordo, meglio il contratto, stipulato su una superficie inclinata, i sigari accesi tutti nel pertugio del M5S, la visibilità, la tracotanza, le pensioni, i migranti dall'altra, il popolo stressato che rivede la luce, il faro leghista. 
E dall'altra sponda paure, nervosismo, fobie di perdere il treno e l'improvvida scelta di andare avanti, come con Prodi e Mastella. 
I valori sviliti, appassiti, il petto in fuori nascosto da gillet non gialli ma chic. 
Che ne sarà dell'ideale?

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