giovedì 7 febbraio 2019

Incredibile!


Probabilmente lo studieranno nei libri di scuola delle prossime epoche questo ostruzionismo ad una proposta di diminuire il numero di parlamentari fatta dal M5S ed osteggiata dai reduci del Puttanesimo e del Ballismo!

BESTIARIO

Miracolo: il Pd e Silvio scoprono le barricate per salvare la Carta
SENATO - GLI STESSI PARTITI CHE IN PASSATO HANNO TENTATO IN OGNI MODO DI TAGLIARE I PARLAMENTARI, ORA SI SCHIERANO INSIEME CONTRO LA RIFORMA

di Tommaso Rodano

C’hanno provato tutti i partiti, nessuno escluso, a tagliare il numero dei parlamentari. Ora tocca a Cinque Stelle e Lega. La prima legge costituzionale dei gialloverdi è al Senato. Prevede il passaggio da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori (la stessa stima prevista dalla Bicamerale presieduta da Massimo D’Alema nel 1997). Sulla carta, visto che tutti hanno provato a farlo, dovrebbero essere tutti d’accordo. Sulla Carta, invece, le opposizioni sono sulle barricate: lo stesso Pd che aveva provato a cancellare il Senato dalla Costituzione solo una legislatura fa, ora parla di “assassinio della democrazia” per la diminuzione del 25 per cento circa degli eletti. La stessa Forza Italia che aveva tagliato le Camere nella riforma del 2005 (bocciata dagli elettori), ora si perde in mille distinguo. Ieri dem e berlusconiani hanno celebrato la dignità delle istituzioni parlamentari in un Senato quasi deserto. Ecco alcuni degli interventi più ispirati, diciamo.

ANTONIO SACCONE (FI)

Signor Presidente, devo dire la verità: ringrazio i colleghi ma non gliene frega niente a nessuno, forse neanche a noi stessi
Giuseppe Cucca (Pd). “Ci risiamo: prosegue l’opera sistematica di demolizione del sistema democratico che abbiamo vissuto fino a questa legislatura, costruito faticosamente e ai prezzi che ben conosciamo pagati dai nostri genitori… Certamente la nostra Carta aveva e ha bisogno di una messa a punto, ma non si possono intaccare i cardini fondamentali della nostra democrazia… L’obiettivo è smantellare il Parlamento… demolire completamente il sistema parlamentare… Credo sia inutile ricordare che l’idea primigenia della riduzione dei parlamentari fu della tristemente nota P2” (Costui ha votato senza un sussulto la riforma della Costituzione firmata da Maria Elena Boschi).

Vincenzo D’Arienzo (Pd). “Il nostro numero dei parlamentari, se paragonato a quello degli altri Paesi europei, è piuttosto basso: occupiamo il ventesimo posto in classifica… La proposta non affronta il vero nodo, vale a dire il superamento del bicameralismo perfetto e paritario. Certo, c’è stato un referendum del quale ovviamente non si può non tenere conto. Tuttavia, è proprio in ragione di quel referendum che sarebbe stato utile avviare un dibattito nel Paese” (Traduciamo: c’è stato un referendum, tuttavia sarebbe stato utile non tenerne conto).

Massimo Berruti (FI). “Già nel 2005 Forza Italia era intervenuta approvando anche una riduzione significativa del numero di Parlamentari… è innegabile che anche su quel fronte fummo all’avanguardia… Bene, bravi. Prima che nel vostro contratto la riduzione del numero di parlamentari è contenuta nel programma sostenuto instancabilmente da Forza Italia” (E per questa ragione voteremo “no”!).

Enrico Aimi (FI). “Facciamo grande attenzione: possiamo ridurre il numero dei parlamentari, ovviamente siamo d’accordo, tanto che nella XIV legislatura noi stessi eravamo stati i fautori di un disegno di legge in tal senso, ma oggi ci ritroviamo semplicemente all’interno di questa nicchia e mi pare francamente un po’ poco” (Infermiereeeee).

Leonardo Grimani (Pd). “La continua denigrazione delle istituzioni porta solo alla morte della democrazia”.

Marco Perosino (FI). “A volte mi pare di sentirmi un po’ palude, ma credo, nonostante tutto, che chi ci ha eletti abbia riposto fiducia in noi più che nei nostri partiti. E la riforma costituzionale, anche secca e scarna come quella che andiamo ad approvare, credo che dovrebbe generare una tensione politica positiva per dare a noi e ai cittadini un po’ di speranza” (Infermiereee/2).

Andrea Causin (FI). “Siamo all’indomani della bocciatura sonora di un referendum costituzionale, che ha dimostrato che i cittadini non hanno l’anello al naso: non si può sventolare la riduzione dei parlamentari come una salsiccia davanti al gatto”.

Marcello Pittella (Pd). “Per dare funzionalità alle istituzioni occorre superare il bicameralismo perfetto. Il mondo cambia, colleghe e colleghi, e lo fa velocemente, non è possibile fare il ping pong, la navetta tra le due istituzioni che fanno la stessa identica cosa. Siamo d’accordo su questo almeno?” (Siamo d’accordo su una riforma appena bocciata dagli elettori almeno?).

Monica Cirinnà (Pd). “Ricorderete, colleghi e colleghe, che nella Costituzione nulla è stato scritto per caso, nemmeno i numeri: la fissazione del numero dei deputati in 630 e dei senatori in 315 è stata il frutto di un lavoro attento e meditato nell’Assemblea Costituente… Anche un intervento apparentemente marginale… rischia di incidere pesantemente sulla tenuta della nostra Carta fondamentale… Volete un Parlamento di marionette, di pupazzi telecomandati” (la Boschi aveva inciso, sì, ma con perizia chirurgica…).

Antonio Saccone (FI). “Signor Presidente, devo dire la verità: ho estrema difficoltà nell’intervenire sul disegno di legge in discussione. Ringrazio tutti i colleghi che hanno partecipato al dibattito, che è stato molto interessante, però devo dire la verità: non gliene frega niente a nessuno, forse neanche a noi stessi”.

Tatjana Rojc (Pd). “Desidero esprimere la mia profonda preoccupazione per la rappresentanza politica della minoranza nazionale autoctona di lingua slovena. Voi volete schiacciare le minoranze”.

Paola Boldrini (Pd). “Devo dire che parlare a un’aula semivuota non è mai un bel sentore, ma ci proviamo lo stesso”.

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