lunedì 4 febbraio 2019

Boccia di tutti loro


Se vivessi nel medioevo probabilmente sarei già a bollire l’olio, a manutenzionare l’alabarda. In quest’epoca invece alle parole di quel grand’uomo di Boccia, presidente di Confindustria mi sono invece limitato ad appioppare un calcio epocale al tavolino, facendolo volare. Dopo decenni di paroloni, di prese per il culo, di promesse allegramente elargite ad allocchi, oggi per la prima volta con la presentazione della card che avvierà il processo del reddito di cittadinanza, un governo finalmente porge l’attenzione verso chi vive nel disagio sociale. Ci saranno come al solito i furbetti, i merdosi che lucreranno su questa iniziativa, ma l’azione politica odierna è finalmente un qualcosa di diverso, di provvidenziale per almeno due milioni di persone. E Boccia si lamenta, asserendo che i 780 euro mensili faranno passare la voglia di lavorare a molti giovani che prendono una cifra vicina a quell’importo. Quindi Confindustria riconosce l’abominio, la stortura epocale, la vergogna immane: tra stipendi giganteschi dei soliti noti, tra pensionati che continuano a rubar risorse agli altri, succhiando  altre risorse invece di andare a pescare, lo stipendio medio di un giovane che si affaccia nel mondo del lavoro, è vicino alla cifra corrisposta per il reddito di cittadinanza. Come non inviargli un ciclopico vaffanculo?

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