sabato 27 settembre 2014

Svaniti


Come un bimbo scoperto a raccontare frottole inconcludenti, nel medesimo istante in cui faceva comunella con Minchionne, vate della fuga dei balzelli dovuti all'italica assistenza pluridecennale, Fanfar ha ricevuto un solenne frontino per la prima volta da chi ostentava distacco per il nuovo corso argentino: "Basta slogan, Renzi ridisegni l'agenda politica". Con queste parole del segretario generale della Cei Nunzio Galantino, vescovo di Cassano allo Ionio, persona di alto profilo morale e braccio destro di Papa Francesco, la Chiesa italiana giustamente interviene per bloccare la oramai leggendaria sbruffoneria del Grullo Fiorentino, i cui discorsi sono sempre più accostabili a quello del suo socio, il Barzellettiere Punito ed in Pena, ovvero aria fritta. 
Fanfar si è messo in un angolo con viso triste e smunto ed unendo pollice ed indice di entrambe le mani e roteandole in stile Ollio, ha teste dichiarato: "Rispetto ogni considerazione, che venga dalla Cei e da altri".

Soffre il sognatore impenitente, lo sbruffone tipico di ogni bar di paese, il giullare che crede che le fandonie lanciate nell'aere vengano dimenticate o rinnovate mediante successive promesse, sempre più grandi, sempre più incredibili. 

Soffre perché il recinto di chi lo sbeffeggia, ridicolizzandolo, si fa sempre più numeroso e maledettamente, per lui, importante: Scalfari, de Bortoli, Della Valle ed ora Santa Madre Chiesa! 

Stridono i contrasti tra il dire ed il fare: si può parlare di pace e elogiare Moretti, ex Fs ed ora armigero in Finmeccanica, o l'antipaticissimo Farinetti portato ad esempio di imprenditorialità pro giovani, che invece con la sua Eataly a Bari ad esempio ha 160 interinali su 173 dipendenti? 
Si può parlare di novità, di rottamazione, di uguaglianza, di diritti per tutti e poi accoppiarsi ad un Verdini e addirittura al Pregiudicato? 
Come si può credere ad uno che guerreggia contro l'art. 18, vedendo la sua eliminazione come medicina per tutto il mondo del lavoro e che si dimentica di parlare dell'evasione fiscale, del lavoro nero e dei giochetti finanziari dei capitani d'industria tutti spasimanti per lui?

Parrebbe che la lotta sull'articolo 18 sia insufflata nella cervice di Fanfar dal Losco Tappo Meneghino che in progetto vorrebbe far scappare dal PD i cosiddetti comunisti ancora presenti, in modo poi da celebrare le nozze con il Grullo. 

Ma la tristezza più grande arriva proprio dagli oppositori del Partito diversamente di sinistra: Bersani, Cuperlo e il ragazzo indeciso Civati. Tristezza nel vederli impauriti, come cagnolini abbaianti e subito trasformati in mansueti e scodinzolanti dal padrone vociante. 
E' questa la vera sconfitta che emerge dalla situazione odierna: la scomparsa definitiva dall'Italia politica di cuori e menti di sinistra, quella vera non del tipo presente in penisola da più di trent'anni.
Chissà se potremo rivedere un dì qualcuno che agisca per la difesa dei diritti, sulla carta uguali per tutti...

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