domenica 6 ottobre 2024

L'Amaca

 

Il punto debole del moderato
DI MICHELE SERRA
È proprio vero che i soldi fanno uscire di testa (più dell’amore?). L’ovvia sortita del Giorgetti — ha detto, in sostanza, che da qualche parte i soldi per i conti pubblici bisognerà puretrovarli — ha provocato nel governo un putiferio, il fuggi fuggi, il caos, come quando la faina entra nel pollaio. E la faina, nel nostro caso, è la realtà che fa irruzione a tradimento.
Particolarmente divertente la reazione di Tajani, distintosi negli ultimi tempi per la sua compassata interpretazione del moderato in un governo di invasati. Da buon liberale di destra, sentendo parlare di conto in banca ha visto attivarsi in automatico il codice rosso e si è trasfigurato. “Tassare gli extraprofitti è sovietico!”, ha detto senza riflettere sul fatto che dire sovietico è come dire sanscrito, sono definizioni risalenti a evi remoti, roba per filologi. E ha aggiunto — capolavoro — che “siamo contrari a qualsiasi tassa”.
Nemmeno il più irriducibile villico degli Appalachi (sto pensando a Dinamite Bla, lo dico per i meno giovani) formulerebbe una frase così radicalmente, disperatamente ostile alla civilizzazione. Le tasse sono la base del patto sociale, perfino Berlusconi ne pagò qualcuna. Le tasse, nella peggiore delle ipotesi, sono una forma di decenza per lenire almeno una parte dell’ingiustizia, del sopruso, della protervia economica.
Dire che si è contrari a qualsiasi tassa è come dire che si è contrari a qualsiasi legge.
Tajani, ci ripensi. Un moderato non può sbracare per così poco.

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