sabato 5 ottobre 2024

L'Amaca

 

Il chiodo e la parete
DI MICHELE SERRA
Prendersela sempre con l’ultima ruota del carro: è la regola del Salvini. I migranti, ultimi della Terra; gli scafisti, che sono manovalanza criminale, certo non i boss con il contoin Svizzera; il (presunto) piccolo spacciatore della periferia bolognese da molestare al citofono, con telecamere al seguito; adesso l’operaio che pianta il chiodo sbagliato e provoca un infarto al sistema ferroviario.
Provate a dirmi un solo bersaglio “alto” del Salvini, a parte il generico e astratto campo dei poteri forti o dei radical chic,che sono fumogeni ideologici da sparare in curva, comodità da complottisti, mai cose serie e strutturali, mai bersagli importanti e identificabili. Non ne troverete uno. Se la prende sempre con i pesci piccoli, o con i piccoli e basta, li addita alla sua claque per vantare le sue doti di sceriffo, di servitore della Nazione.
Mai una parola riflessiva, meditata che dimostri un minimo, un briciolo, una molecola di analisi su quanto davvero accade: per esempio sul trend di sub appalti, e sub-sub appalti, che gioca al ribasso sul lavoro, sui servizi, sulla sicurezza, su tutto. E mica solo nel settore pubblico.
Trovare il responsabile di qualcosa è sempre più difficile. Se ne sta nascosto dietro una sequenza micidiale di deleghe, abbandoni di responsabilità, alienazioni a terzi. Ma il Salvini non vede la parete, vede solo il chiodo. Se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo: giorno dopo giorno, parola dopo parola, è la dimostrazione vivente che la differenza tra destra e sinistra esiste, ed è macroscopica. La sinistra pensa solo alla parete, e spesso non si accorge del chiodo. La destra pensa solo al chiodo, e la parete neanche sa che esiste.

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