venerdì 11 ottobre 2024

L'Amaca

 

Cercasi attico spensieratamente
DI MICHELE SERRA
Preoccuparsi della propria privacy bancaria (come fanno, e come biasimarle, le sorelle Meloni) non sembra essere una necessità condivisa. Già da anni, sui social, una vera e proprianouvelle vague di imprenditori cafonissimi e di influencer sgomitanti usa i quattrini per impavesare i propri account. Gonfiano il reddito come la rana le gote. E stuoli di poverelli cliccano entusiasti, ammaliati, tal quali le tristi folle che cuociono sotto il solleone, sulle banchine delle varie Coste Smeralde, nella speranza di intravvedere un ricco sulla sua barca. Mai plebe fu più sottomessa ai ricchi come quella odierna.
In quel solco, oramai consolidato, di benessere ostentato, si sono mossi due fratelli di Frosinone, ventenni, studenti a Roma, che per trovare casa nella capitale si sono rivolti a un programma tivù. Cercano un attico, e il budget di papà, un milione e trecentomila, campeggia orgogliosamente sotto l’inquadratura. Tutto in pubblico, facce, nomi, cognomi, quattrini. Perfetta buona fede, insomma: non è così che fan tutti, sui social, vantando reddito, stato sociale e successo, senza la minima idea che sia esistito, molti anni fa, una sorta di riserbo, di esitazione — si chiamava pudore — che non riguardava solo i quattrini, anche la propria faccia e la propria vita?
Devono esserci rimasti malissimo, i due, perché non pochi, lamentando il problema degli affitti esorbitanti per chi vorrebbe studiare a Roma o Milano, li hanno presi a male parole. Si consolino. Molti, al contrario, li considerano un modello invidiabile. Devono temere, i due fratelli, solamente chi ha un budget superiore al loro.

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