sabato 20 luglio 2024

L'Amaca

 

Se Trump fosse colpa di Trump
DI MICHELE SERRA
Da qualche anno non si riesce più a discutere di populismo, sovranismo, destra estrema, senza che qualcuno sottolinei con tono grave che la colpa è delle classi dirigenti democratiche che hannoabbandonato i ceti popolari.
È diventato una specie di riflesso pavloviano.
Dici Trump, dici Bolsonaro e Milei, dici assalto al Campidoglio, dici fascismo europeo risorgente, e subito qualcuno nel talk show ti spiega che è tutta colpa delle élitedemocratiche che hanno deluso le aspettative popolari. È vero in parte, ma solo in parte. Quello straccio di welfare che ancora esiste in Occidente è stato prima creato e poi difeso dalle cosiddette élitedemocratiche, certo non dalla destra, tantomeno dai capipopolo miliardari osannati dalle folle di “popolo deluso”.
Trump durante il suo mandato per l’America povera non ha fatto un fico secco. Ma anche se fosse vero in toto che la sinistra e i dem hanno trascurato gli interessi dei più deboli, sottolinearlo non dispensa dal giudizio politico, culturale e valoriale sulla nuova destra. Dire che l’evoluzionismo è sbagliato e il creazionismo è giusto, che i libri corrotti vanno messi all’indice, che gli immigrati sono intrusi da deportare, che l’identità della nazione e del popolo è un concetto razziale e religioso, che i diritti delle minoranze sono ossessioni maniacali e perdite di tempo, c’entra forse qualcosa con gli interessi dei più deboli? No, non c’entra un bel niente, e non esime chi parla della nuova destra dall’esprimersi punto per punto su quello che la nuova destra dice e fa.
Per paradosso, dovessero bruciare per la seconda volta il Reichstag, la notizia sarà l’incendio del Reichstag o gli errori delle élitedemocratiche?

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