Carletto Mezzolitro
di Marco Travaglio
Il Guardagingilli Carlo Nordio, per gli amici Mezzolitro, ce la mette tutta per dimostrare la tardività della sua legge sugli esami psicoattitudinali ai magistrati: infatti lo divenne persino lui. Ripete: “Ho fatto per 40 anni il pm”, senza offesa per quelli veri. Ora fra una sbornia e l’altra, fa pure il ministro della Giustizia. Un video lo immortala mentre trinca in masseria con Bruno Vespa e altri giureconsulti, con un tasso alcolemico che farebbe impazzire il palloncino e una lucidità che, al confronto, Biden è vigile. “Il vino – dice fiero – potrebbe essere un buon alibi per le eventuali sciocchezze che potessi dire”. Ma soprattutto per le schiforme che ha fatto e farà. Tipo quella che impone al giudice di avvisare cinque giorni prima chi vuole arrestare: così quello scappa o si nasconde, magari non sotto il letto come Bozzoli, sennò prima o poi lo beccano (ogni Paese ha i delinquenti e i ministri che merita). Tra un bicchiere e uno shottino, Carletto Mezzolitro ripete i suoi classici: “Siamo tutti intercettati” e “Il vero mafioso non parla al telefono perché sa di essere intercettato”. E non s’accorge che si elidono a vicenda: se siamo tutti intercettati, lo è anche il falso mafioso e nessuno telefona più. Resta da spiegare perché Messina Denaro fosse sempre al telefono e sui social: non era un vero mafioso o non sapeva di esserlo? Siccome la doppia minchiata viene pronunciata a un’ora pericolosamente tarda della sera, il cosiddetto ministro precisa che lui beve per motivi strettamente storiografici: “Uno dei miei miti è Churchill, che beveva e fumava”. Quindi, se per diventare Churchill basta scolarsi tre fiaschi, non si capisce perché il ministro non sia Superciuk. Sfortuna che Nordio non s’ispira a Socrate, altrimenti a furia di cicute non l’avremmo più tra i piedi. E fortuna che non ama Baudelaire o Bob Marley, sennò governerebbe da San Patrignano.
Non si sa a che ora abbia rilasciato l’intervista di ieri al Corriere, ma si può intuirlo. Avendo abolito l’abuso d’ufficio perché le condanne sono poche (vuoi mettere invece quelle per rave party), gli domandano se non sia un’amnistia cancellarne 4 mila. E lui, testuale: “Fu così anche per l’aborto”. E perché limitare le intercettazioni a 45 giorni (così il criminale inizia a parlare dal 46°)? Perché impigriscono l’investigatore: troppo facile scoprire i reati intercettando, meglio faticare “pedinando” e aguzzando l’udito. Quindi aboliamo pure le radiografie, le Tac e i bisturi, sennò il medico s’impigrisce trascurando lo stetoscopio e il “dica 33”, e il chirurgo disimpara a operare con l’unghia lunga del mignolo. Si ispira per caso a B., che diceva le stesse puttanate già vent’anni fa? E lui, offeso: “Veramente m’ispiro a Locke, Montesquieu e Voltaire”. Ma soprattutto a Jack Daniel’s, Johnnie Walker e Jägermeister.
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