Impresentabile anche da giovane
DI MICHELE SERRA
L’aspetto più sconcertante del “caso Biden” è che ha quasi azzerato la gravità inaudita del “caso Trump”. Ha attirato su di sé gran parte delle ansie e delle paure dell’opinione pubblica, permettendo che un avversario appena meno vecchio di lui, abbastanza paranoico e abbastanza fascista da esortare i suoi ultras all’assalto del Campidoglio, offensivo con le donne, sotto la soglia minima della decenza culturale, aggressivo e volgare, sprezzante con i giudici e riottoso alla legge, non sia più considerato il vero problema di questo voto che sta facendo gemere di pena e di spavento mezzo mondo.Si disse (già molti mesi fa) che gli americani avrebbero dovuto scegliere tra un demente e un delinquente, sembrò una battuta, minaccia di essere la realtà. E se non c’è alcuna colpa, ovviamente, nella vecchiaia, c’è invece colpa, eccome, nell’essere delinquenti, anche perché di solito si comincia a esserlo da giovani, nel pieno delle forze. Questa l’abbiano già sentita: la sinistra, con i suoi errori, rischia di spianare la strada alla destra. Un candidato dem in buona salute, e di età energica, avrebbe permesso di puntare quasi tutti i riflettori su Trump, che è il vero problema, la vera anomalia, il vero scandalo delle elezioni del prossimo novembre. Un candidato inqualificabile che elettori disposti a tutto avrebbero votato a dispetto di qualunque evidenza di indegnità. Ma una fascia di incerti non piccola, anzi decisiva, magari qualche domanda sulla natura umana di Trump se la sarebbe fatta, se non fosse costretta a farsi domande sull’età di un gentiluomo non più nelle condizioni di battersi.
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