Supercazzola atomica
di Marco Travaglio
Per due giorni abbiamo atteso invano che Elly Schlein dicesse qualcosa su quel trascurabile dettaglio chiamato terza guerra mondiale (e nucleare) contro la Russia, dopo i deliri di Jens Stoltenberg. Ieri la segretaria del Pd ha sciolto la riserva sul Corriere che ci ha fatto esclamare “finalmente!” prima di leggere le sue parole e “purtroppo!” dopo averle lette. Perché fanno rimpiangere i silenzi: “Noi siamo per sostenere il diritto di Kiev a difendersi dall’invasione criminale di Putin… Ma questo non può e non deve tradursi… in un ingresso diretto dell’Ue in guerra con la Russia. L’Ue deve avere una sua autonomia strategica e lo sforzo deve essere tutto orientato a sostenere la conferenza di pace in Svizzera di metà giugno, non a creare ulteriori escalation”. È come chiedere a uno “Che ore sono?” e sentirsi rispondere “In famiglia tutto bene, grazie, e lei?”.
Stoltenberg non ha mai detto che l’Ue deve entrare direttamente in guerra contro la Russia e non deve avere autonomia strategica, anche perché è il segretario generale della Nato, non dell’Ue. Ha detto che la Nato deve autorizzare l’Ucraina a usare le armi della Nato per attaccare la Russia nel suo territorio: è così difficile dire che Stoltenberg non ha il potere di decidere per tutti e 32 i Paesi membri senza consultarli e che l’Italia deve chiedere la convocazione del Consiglio atlantico per mettere ai voti la proposta di Stoltenberg e votare contro, come faranno anche Ungheria, Turchia e forse qualcun altro, dunque bocciarla visto che è richiesta l’unanimità? No. Come non lo è chiedere alla premier Meloni, che su Stoltenberg è stata un po’ più netta di Elly (ma ci voleva poco), di ufficializzare in Parlamento la contrarietà dell’Italia: l’ha chiesto Conte, poteva chiederlo pure la Schlein. Che, quando vuole sa essere nettissima: l’altro giorno ha detto che firmerà il referendum Cgil anti-Jobs Act, e ci siamo complimentati. Ora invece, dopo i suoi silenzi e soprattutto le sue parole, nessuno ha capito se il Pd vuole che l’Ucraina attacchi la Russia con le armi Nato. Per gli atlantisti dem, sì. Per i pacifisti dem, no. Ma quanti Pd ci sono? La linea dovrebbe darla la segretaria, che ancora una volta sul nodo vitale dei prossimi anni è entrata in modalità Chiara Valerio e ha fatto la supercazzola guerrafondaia con scappellamento atomico. Come se il programma del Pd su un tema così decisivo potesse essere un catalogo di opzioni o un menu per tutti i gusti. Finché non avrà una posizione netta (o, se l’avrà, dovrà tenersela per sé) sulla guerra mondiale prossima ventura, la Schlein non potrà mai essere la leader dell’opposizione. E chi non vuole ritrovarsi in guerra con la prima potenza nucleare del mondo avrà ottimi motivi per non fidarsi del Pd e per non votarlo.
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