domenica 19 maggio 2024

La chiamavano pubblica

 

Lombardia
Metà cure nelle cliniche E il gruppo San Donato faincettadi convenzioni
DI ALESSANDRA CORICA
MILANO — Il principio, qui, è che pubblico e privato pari sono. Tanto che, in una sanità regionale che vale oltre 21 miliardi di euro l’anno, quasi la metà delle prestazioni è offerta da privati che lavorano in convenzione con il pubblico. E che negli ultimi vent’anni hanno tenuto botta, perdendo “solo” un migliaio di letti, contro gli ospedali pubblici che ne hanno visti scomparire 5.500. È la Lombardia regno della sanità privata, quasi 15 mila letti totali (tra quelli in convenzione e quelli a pagamento) e un’influenza enorme sulla politica.
A fare la parte del leone, allora, è il Gruppo San Donato (Gsd) della famiglia Rotelli: presieduto dall’ex ministro Angelino Alfano, con i suoi 5.144 letti e l’80 per cento dell’attività clinica con il Ssn, ha nel San Raffaele (e nel suo risanamento) la sua bandiera.
L’ospedale, fondato da don Luigi Verzè, è stato salvato 12 anni fa dal crac per 405 milioni da Rotelli: il bilancio 2023 dovrebbe essere depositato a breve, e per la prima volta vedrà il segno positivo per l’ospedale. Che accoglie persone comuni e vip, sportivi, imprenditori: oltre al suo paziente più famoso, Silvio Berlusconi, ecco Fedez, Flavio Briatore, Mino Raiola, Nadia Toffa, Alex Zanardi.
Il Gsd raccoglie una galassia di 18 ospedali, di cui 16 in Lombardia, e conta tre Irccs: oltre al San Raffaele, il Policlinico San Donato e il nuovo Galeazzi, prima struttura a Milano a raccogliere l’eredità di Expo e a sorgere nel sito dell’Esposizione del 2015. La crescita degli ultimi anni è stata segnata dall’ingresso nel gruppo del finanziere svizzero-tunisino Kamel Ghribi, oggi uno dei due vicepresidenti (l’altro è Paolo Rotelli), che ha spinto sulla vocazione internazionale della holding. Dall’accordo con la sanità pubblica dell’Iraq, all’acquisizione in Polonia prima dell’American Heart of Poland, specializzata nel cardiovascolare, e dopo, tramite questa, del gruppo Scanmed. In parallelo, la partnership dal 2023 con Generali, per una rete di poliambulatori.
Un’espansione che, però, non è stata esente da inciampi: dal caso dei miliziani ricoverati in alcune strutture del gruppo, in virtù di un accordo con l’esercito libico nel 2020 (la vicenda ha fatto scattare le sanzioni del Pirellone), alla trovata dei pronto soccorso a pagamento. Già, perché nella Lombardia dove l’assessore al Welfare Guido Bertolaso le sta tentando tutte per accorciare le liste di attesa, il Gsd l’anno scorso si è inventato gli ambulatori ad accesso libero dove il paziente poteva andare senza prenotare e senza fare la coda, pagando 149 euro.
Un’iniziativa che ha scatenato polemiche, tanto da essere riveduta e corretta: gli ambulatori, aperti dal lunedì al venerdì, sono stati ribattezzati “Book & Go” e prevedono che il paziente prenoti il giorno prima. Il costo? 190 euro a visita.

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