sabato 18 maggio 2024

Ribalta spezzina

 

“È il re sole”: e Cozzani inguaiò il presidente
ECCO DA DOVE È PARTITO TUTTO - Le carte di Spezia. Nell’agosto 2020, indagando sugli appetiti immobiliari a Palmaria, partono le intercettazioni a carico del sindaco e capo di gabinetto: l’inchiesta inizia qui
DI MARCO GRASSO E ANTONIO MASSARI
C’è un luogo e un momento chiave, una scena e un attimo precisi, in cui il destino del presidente della Liguria Giovanni Toti cambia, indirizzando il suo futuro verso l’iscrizione nel registro degli indagati prima, e agli arresti domiciliari, poi. Il luogo è La Spezia. La data è quella del 17 agosto 2020. È in quel giorno infatti che la Procura spezzina dispone per decreto l’intercettazione di Matteo Cozzani, braccio destro di Toti in Regione ma, soprattutto, ex sindaco di Portovenere. Gli investigatori da qualche mese stanno registrando le conversazioni di due imprenditori milanesi, Raffaele e Mirko Paletti, interessati a un investimento immobiliare sul paradiso naturale dell’isola di Palmaria. Seguendo il filo delle indagini i finanzieri arrivano a Cozzani. E da Cozzani arriveranno a Toti. La Procura spezzina stralcerà una serie di intercettazioni e le trasmetterà a Genova dove i finanzieri daranno vita all’inchiesta denominata “Janua”.
Il Gico della Finanza, nel gennaio 2021, riepiloga alla Procura, con un’informativa, i filoni investigativi che riguardano Cozzani. Filoni nati proprio a partire dalle intercettazioni iniziate il 17 settembre 2020. Prima di addentrarsi nell’indagine, però, annotano una precisazione che spiega meglio come si arriverà agli arresti datati maggio 2024: con un ulteriore decreto, infatti, a partire dal 3 marzo 2021, era stata “disposta anche l’intercettazione delle comunicazioni audio fra presenti all’interno dell’ufficio” di Cozzani – ormai capo di Gabinetto di Toti – “presso la sede della Regione Liguria”. Oltre tre anni di intercettazioni in Regione, quindi, a partire dal marzo 2021. Più avanti ne analizzeremo qualcuna. E vedremo anche perché, nonostante le riforme e le sentenze di questi ultimi anni, queste intercettazioni, nate in un altro procedimento, siano comunque valide e utilizzabili.
Torniamo invece a Cozzani, che in una conversazione definiva Toti il “re Sole”, e alle sue vicissitudini giudiziarie. Il Gico annota le “evidenze investigative” a partire dal “progetto ‘Master Plan’ Isola Palmaria”: segnalano che “nell’ambito del progetto Master Plan dell’isola Palmaria tra i vari progetti v’è quello del gruppo Paletti (società milanese), attraverso la Palmaria Experience srl, che vorrebbe realizzare un stabilimento balneare di lusso nell’isola”. Il punto è che Palmaria dal 1997 è stato inserito tra i patrimoni dell’umanità. E il gruppo intende costruire alberghi con piscine. Gli investigatori sono sulle tracce di questa storia dall’agosto 2020, quando intercettano Raffaele Paletti: “Paletti – annota la Gdf – chiama Cozzani che dice di averlo contattato per proporre un caffè insieme. Si organizzano per vedersi e Cozzani precisa che ha buone notizie”. Altre buone notizie arrivano nel novembre 2021 quando Cozzani spiega a Paletti che “oggi è stato un giorno buono perché in relazione al progetto Palmaria (stabilimento balneare) è arrivato il nulla osta della Soprintendenza mentre dagli altri enti non è arrivato nulla e quindi si avvalgono del silenzio assenso”.
Molto interessante anche la conversazione del dicembre 2021 registrata questa volta nell’ufficio in Regione di Cozzani. Gli investigatori annotano: “Cozzani dice che si sono accorti che tra le schede inserite (non si capisce in quale ambito) manca la realizzazione della piscina del costruendo albergo a 5 stelle che sarà realizzato sull’isola. Cozzani dice che il problema sta nel fatto che il piano parchi e il Puc non prevederebbero la realizzazione di una piscina annessa all’albergo per cui sarebbe impensabile che un albergo di tale pregio non ne avesse una”.
E ancora: “Cozzani dice di aver proposto una variante (…) in una non meglio precisata normativa che prevederebbe tale possibilità, ma sarebbe stato sconsigliato in tal senso atteso che l’ambiente (inteso come ministero dell’Ambiente) avrebbe impugnato la cosa”. A questo punto, secondo l’annotazione della Gdf, Cozzani “dice che la procedura regolare sarebbe quella di passare attraverso la modifica della variante al piano parchi e al Puc ma la cosa richiederebbe più di 250 giorni e andrebbe alle lunghe, anche alla luce del fatto che Toti vorrebbe presentare il progetto entro il 2022 (…)”.
Il 18 ottobre 2022 il Gico segnala alla procura di La Spezia un altro episodio: “Nel corso del mese di settembre 2022, la F.I.L. Casa Spa, nella persona di Mirko Paletti, ha effettuato un versamento a mezzo bonifico bancario di 15 mila euro a favore di Carlo Barile mandatario elettorale di Ilaria Cavo (non indagata, ndr) avente come causale “Contributo elettorale”. L’erogazione di tale contributo al movimento politico del Governatore della Liguria Giovanni Toti, a cui è strettamente legato lo stesso Cozzani, non si esclude che possa altresì rientrare nell’ambito dei favori della famiglia Paletti nei confronti del sindaco di Portovenere (….)”. Fin qui, gli elementi raccolti nell’inchiesta spezzina, nella quale giusto per citare un altro episodio, viene intercettato (e video registrato) anche l’ex consigliere di amministrazione di Esselunga, Francesco Moncada, accusato di aver corrotto Toti con finanziamenti occulti in cambio di favore al gruppo per sveltire le pratiche autorizzative per due nuovi ipermercati di Genova, a San Benigno e Sestri. Elementi che hanno contribuito a costruire le accuse per Toti e utilizzate nel fascicolo genovese. Spiega la procura di Genova: “Cozzani nel corso del 2020 era indagato, in veste di sindaco del comune di Portovenere, presso la procura della Spezia, in ordine a plurime condotte di corruzione e turbativa d’asta (…). Dimostrava una gestione personalistica degli appalti e concessioni comunali favorendo nell’aggiudicazione soggetti a lui vicini nonché società rapporti d’affari con le ditte società gestite dai suoi familiari. (…) Sono state captate le intercettazioni utilizzate nel presente procedimento che vedono Cozzani – questa volta in veste di coordinatore regionale della campagna elettorale per la Lista ‘Cambiamo con Toti Presidente’ – impegnarsi (…) nella ‘corruzione elettorale’ (…) ”.
In sostanza è proprio la figura di Cozzani a inguaiare Toti anche sotto il profilo della procedura penale. Il concetto è racchiuso in due parole: “connessione” e “medesimo disegno criminoso”. Cozzani è il lucchetto che tiene insieme tutto: la Procura segnala che il “rapporto di connessione (…) tra il presente procedimento (che vede Cozzani indagato per corruzione elettorale e corruzione) e quelli spezzini (…) dovendo ritenersi che Cozzani (…) abbia agito in esecuzione di un medesimo disegno criminoso caratterizzato dalla logica della illecita mercificazione della funzione pubblica ricoperta e del voto elettorale”.

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