giovedì 25 gennaio 2024

Volte sì, a volte...

 


Forte, tonitruante, il commento di Massimo Giannini oggi su Repubblica; dedicato alla cosiddetta Sorella d'Italia, sicuramente non mia, che ha attaccato velatamente Elkann proprietario della testata sull'italianità, visto che il gruppo torinese ha da tempo portato sede fiscale fuori dal paese, sfanculando il pagamento dei balzelli.
Giannini spara cartucce a mio parere quasi a salve. Perché se è vero che la Ducetta sta tentando d'insonorizzare la stampa non amica, quella slurp-slurp non è mai stato un problema per nessuno, è anche palese che la professionalità di molti, come lo stesso Giannini e Serra non sia in discussione; resta però il problema di fondo, grave, allarmante. La proprietà della carta stampata di potenti nuclei industriali nuoce o no alla libertà, alla linea editoriale?

Meloni è chiaramente assetata di potere totale tipico del Mausoelante e dello Zio Crapone; al tempo stesso però Repubblica da inizio secolo si è molto conformata alla mentalità del sissignore governativo, prima spasimando per il Bimbo Minkia rignanese, poi col paladino delle banche Draghi; infine, in un rigurgito di libertà, sta tentando oggi di ergersi a paladino del anti melonismo, ritrovando forze in soffitta ma ahimè depotenziate, stantie, flaccide.

Ma c'è un punto nell'articolo di Giannini che stride molto con l'equanimità, che riporto:

"L’informazione o è addomesticata, o non è. È la “capocrazia”, e non fa prigionieri. Il manganello meloniano non risparmia nessuno dei pochi presidi informativi ancora indipendenti. Da Repubblica al Domani, da Otto e Mezzo a Report a Piazzapulita : se non li puoi controllare, dileggiali, infangali, bastonali."

Caspita Massimo, hai tentato di dimostrare di essere integerrimo e non hai nominato una delle poche testate libere, libere da padroni, da potentati, da club, da famiglie, insomma da chicchessia!

Il Fatto Quotidiano Massimo, non ritieni che sia un giornale capace di dire ciò che vuole, contro tutto e tutti, odiato perché molti che si credono pensatori liberi, s'incazzano a leggere giudizi o linee editoriali che vorrebbero sposare ma che non possono farlo perché "cuccioloni" verso qualcuno?

Dai Massimo, siamo seri!

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