Manco fosse Waterloo...
DI MICHELE SERRA
Comincia a diventare assurdo, oltre che sconveniente, l’atteggiamento del deputato Pozzolo, dalla cui pistola partì un colpo durante il veglione di San Silvestro ferendo in modo non grave un ragazzo presente.
L’episodio, dibattutissimo e arroventato dalle polemiche, lo è anche perché fin dal primo momento è stato circonfuso di una incomprensibile cortina di reticenza. Poteva essere archiviato per quello che era — un incidente molto increscioso — è diventato un mistero, e senza meritare di esserlo.
Non si capisce perché il deputato Pozzolo non abbia da subito raccontato l’accaduto, per filo e per segno, agli inquirenti, e di riflesso all’opinione pubblica. Dopotutto non si trattava di ricostruire Waterloo, ma un banale colpo accidentale. Anche ammesso che abbia delle responsabilità gravi, raccontare con chiarezza i fatti gli avrebbe permesso di uscire in maniera senz’altro dignitosa dall’accaduto: come un uomo maldestro, non come un rappresentante del popolo reticente, che dà l’inevitabile impressione di nascondersi dietro un ruolo pubblico (deputato della Repubblica) che all’opposto dovrebbe suggerirgli trasparenza e lealtà.
Perché mai, a più di tre settimane dai fatti, anzi dal fatterello, e con tutti i misteri veri e insoluti che intasano le cronache nazionali, si debbano disturbare Procure, inquirenti, periti balistici, avvocati, per quella che è, con ogni probabilità, solo una grave imprudenza, è una domanda che al posto del deputato Pozzolo mi farei. Molti politici parlano di tutto, e a vanvera, quella era un’occasione in cui parlare era doveroso, e in fin dei conti più facile e conveniente che menare il can per l’aia.
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