Ci vorrebbe un consulente
DI MICHELE SERRA
Chiunque abbia redatto i volantini governativi che sgridano questo giornale, poteva farlo meglio. Dico materialmente: pensarli meglio, scriverli meglio, possibilmente rileggerli o farli rileggere daqualcuno che sappia rimediare a quell’animoso sovrattono studentesco (ridicolo, alla loro età) condito da quel basso gergo giornalistico, sbrigativo, stridulo e poco documentato, che è il solo vero nemico dell’informazione: di sinistra, di destra e di centro.
Nessuno ambisce a nemici scadenti, perché nessuno desidera essere trascinato in contese scadenti. Come minimo, se proprio devo essere redarguito, pretendo un Buttafuoco, un Veneziani o un Giuli, perché di quanto pensa e scrive la truppa attendata a Palazzo Chigi mi interessa un fico secco, tanto è ovvio e prevedibile. E dunque, letto il papello e constatato il suo livello molto mediocre; considerato che la sua destinazione quotidiana (i meloniani del Parlamento e dei ministeri) è importante e la sua funzione delicata, perché si tratta di informare o orientare la nuova classe dirigente; suggerisco al governo, prodigo di incarichi pubblici e para-pubblici, di assumere un consulente di fiducia, e di buon livello (ci sarà un bravo professore di liceo di destra, no?), con l’incarico di stilare gli attacchi ai giornali sgraditi in modo che siano leggibili e godibili.
Con almeno un termine sorprendente (non pretendo spiritoso) ogni due o tre righe, perché così com’è la comunicazione di Palazzo Chigi sembra prodotta da un modello molto cheap di intelligenza artificiale che ricicla i discorsi di Meloni riuscendo quasi a peggiorarli. E non ha nemmeno quel divertente accento romanesco.
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