Draghi da Biden. Ha pensato soltanto ai suoi interessi nella Nato, non all’Italia
di Alessandro Orsini
Biden ha ringraziato Draghi per avere saldato l’Unione europea e la Nato in un corpo solo durante il loro incontro alla Casa Bianca, il 10 maggio scorso. Il problema è che tale saldatura tra due entità politiche distinte e separate è una strategia americana che non è stata discussa, né dal Parlamento italiano, né da nessun altro. Ciò che più conta è che si tratta di una strategia contraria agli interessi dell’Italia e dell’Europa. Cerchiamo di capire perché. In primo luogo, l’Unione europea è nata per mettere insieme alcune risorse fondamentali per ridurre le probabilità di una nuova guerra tra le principali potenze europee. In teoria, la Nato è un’alleanza difensiva che si attiva nel caso in cui un suo membro venga attaccato da un Paese estraneo all’alleanza. Dunque, almeno in apparenza, si tratterebbe di due potenze di pace: l’Unione europea da una parte e la Nato dall’altra. Sembrerebbe un connubio perfetto. Purtroppo, la realtà è assai diversa. A partire dal 1999 o forse prima, la Nato ha smesso di essere un’alleanza difensiva per diventare un’alleanza schiettamente offensiva. Il 1999, infatti, è l’anno in cui la Nato bombarda la Serbia senza l’autorizzazione da parte del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Eltsin, che all’epoca dei fatti era il presidente della Russia, si scontrò con Clinton quando ricevette la notizia che la Nato avrebbe rovesciato le sue bombe su Belgrado, alleato storico di Mosca. La trasformazione della Nato da alleanza difensiva ad alleanza offensiva ha trovato un’altra conferma nel bombardamento della Libia di Gheddafi nel 2011. Anche in quel caso, la Nato non aveva ricevuto alcuna autorizzazione dal Consiglio di sicurezza dell’Onu per agire in quel modo per niente difensivo. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu aveva autorizzato la no fly zone, con l’astensione della Russia e della Cina, ma non il bombardamento della Libia per rovesciare Gheddafi e sostituirlo, questo era l’obiettivo politico, con un presidente filo-americano. Tant’è vero che la Cina e la Russia condannarono la Nato per la sua aggressione militare.
Draghi ha scelto di recarsi alla Casa Bianca prima di riferire in Parlamento per avere le mani libere nella sua conversazione con il presidente americano. Draghi sarebbe stato in imbarazzo se, prima del suo viaggio, avesse dovuto ascoltare Matteo Salvini o Davide Crippa, capogruppo del Movimento 5 Stelle a Montecitorio, che ha criticato apertamente le politiche oltranziste di Biden in Ucraina. Non dimentichiamo che la democratica Nancy Pelosi, speaker del Congresso americano e terza carica istituzionale degli Stati Uniti, ha dichiarato che l’obiettivo degli Stati Uniti è di incoraggiare la guerra in Ucraina fino alla sconfitta totale della Russia, nonostante il capo della Cia abbia dichiarato che, posto in una condizione disperata, Putin potrebbe ricorrere all’arma nucleare. Anche il New York Times ha espresso molte critiche verso la politica di Biden contro la Russia in Ucraina. Il New York Times ha spiegato che l’escalation di Biden contro la Russia rischia di devastare l’Europa e, quindi, anche gli interessi degli alleati europei. Le ragioni per cui Draghi esegue le volontà di Biden sono numerose. Tra quelle da considerare vi è la sua ambizione di diventare Segretario generale della Nato, il che gli impone di essere amato dal presidente americano.
Siccome l’Italia è attrezzata soltanto per la pace, ogni nuova guerra la danneggia. Ecco la prima ragione, ma di certo non la sola, per cui la saldatura tra la Nato e l’Unione europea è contraria agli interessi dell’Italia.
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