giovedì 27 maggio 2021

Spunto per...


Prendo spunto dall'assoluzione definitiva della sindaca di Roma per ruminare attorno al vomitevole cicaleccio, ora silenzio, che ha caratterizzato questi ultimi mesi avvolti dalla tragedia pandemica: chi ricorda il periodo attorno alla fine dell'anno scorso, quando ancora in tolda vi era la Persona per Bene, al secolo Giuseppe Conte? Gli inauditi attacchi alla sua presunta dittatura - come non far riemergere la merdosa cagnara dei giornaloni attorno ai famigerati, per loro, DPCM? Quelle nenie mefitiche che scatenarono le accuse di protagonismo, assolutismo, azzeramento delle funzioni del Parlamento, con lui, come non ricordarlo, il Carlo Bonomi di Confindustria che trafiggeva continuamente ogni, a suo dire, malefatta del precedente governo, che non si voleva inchinare ai dettami dell'organizzazione industriale? 

Senza contare la campagna mediatica folle contro Virginia Raggi: incompetente, inaffidabile, si deve dimettere perché verrà condannata... etc etc 

A dirigere gli assalti c'erano i soliti noti: il Cazzaro, Bonomi e, soprattutto, il Bomba. 

Solo gli imbecilli non capivano che tutto, ma proprio tutto, ruotava attorno alla Tortona Europea di 200 miliardi. Sarebbero infatti finiti in mani sbagliate, per loro, con rischi per la tenuta del modus fagogitante da sempre marchio del Casato Onnivoro presente sul nostro suolo da tempo immemore. 

Ma tutto si è ovattato con l'arrivo del Dragone! Il Parlamento è ridotto ad una Villa Serena qualsiasi; le decisioni vengono prese dal Premier e pochi intimi, il consiglio dei ministri, minuscolo perché anch'esso ha ridotto di molto il proprio potere, ha un ruolo di passacarte. Tutto viene deciso con l'imprimatur del mefitico Bonomi e della sua congrega. 

Ed attorno regna il silenzio: scomparsi gli attacchi ai 5 Stelle, anch'essi ridotti ormai a turisti della domenica, tonni inscatolati nelle scatole che avrebbero voluto aprire. Il PD prova a dire qualcosa di sinistra, venendo deriso dal coro generale, capitanato dal Capitano Cazzaro di 'sta ceppa, e di tutti coloro che sognano un ritorno fulmineo al prepandemico, l'oramai noto sistema tecno-rapto-pluto-finanziario. 

I segnali ci sono tutti: via libera ai licenziamenti, ulteriori smussamenti al diritto al lavoro in sicurezza, il probabile sdoganamento dei subappalti che impoverirà il lavoro di quelle norme di sicurezza basilari per depontenziare le stragi di uomini e donne sottopagate e, in molti casi, stipendiate in "nero". Senza contare che la manovra occulta di impiegare poche persone nei controlli, siano essi di natura tecnica o fiscale, continuerà ad essere mantenuta, visto gli "ottimi" risultati raggiunti in tutti questi anni, vedasi i 120 miliardi annualmente evasi e gli assassinii di poveretti costretti a lavorare senza protezioni.   

Tutto tornerà come prima, forse peggio. La domanda che sgorga dal cuore è la seguente: cosa minchia ci stanno a fare nella coalizione PD e M5S? Perché non se ne vanno sbattendo la porta? 

E per ultimo: nessuno ricorda come era prima Roma, impregnata di mafia e di parentadi assunti per non fare una mazza. Nessuno ricorda il modus operandi di affidare lavori con contratti scritti sulla carta della focaccia che ha creato deficit spaventosi nella Capitale? Tutti impegnati a lanciare strali alla Raggi, che in questi cinque anni ha cercato, in parte riuscendovi, di riportare la legalità nel comune di Roma. 

Ora che è stata assolta, costituisce un pericolo serio per il ritorno alla "normalità." Come si potrebbe infatti tornare a far contratti all'ombra di una coda alla vaccinara se venisse rieletta? Bel quesito a cui nessuno, neppure i pentastellati in vacanza foraggiata, pare aver voglia di rispondere. 

Tutto questo accade in Alloccalia, terra tormentata e tornata in mano alle solite bande truffaldine, per il sollazzo di pochi.


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