lunedì 6 aprile 2020

L'Isola Mento - giorno 23



Per aver una netta sensazione del baratro ove siamo piombati basterà pensare ad un mese fa, quando alla notizia della morte di 4 persone in auto, o di uno scoppio di una casa con feriti e qualche vittima, inorridivamo solo al pensiero; ieri alla notizia che il numero dei decessi per Covid è diminuito rispetto al giorno precedente, fermandosi a 525 abbiamo tirato tutti un sospiro di sollievo. Cinquecentoventicinque persone hanno perso la vita e per noi questo dato è confortante. Come nel periodo bellico si sta perdendo l'orizzonte umano, viene velato il vulcano di emotività, di sofferenza che una quantità così spaventosa provocherebbe in tempi di pace. 

Per non perdere la bussola altre notizie inducono a far meditazione: ad esempio il Pio Albergo Trivulzio, la morte sospetta di molti anziani ospiti, l'indagine della magistratura, e il pensiero, la probabilità che vi siano stati dei tentativi di occultarne la gravità. Nessuno al momento è indagato, né il direttore generale Calicchio, né l'assessore ai servizi sociali lombardi Bolognini, vicinissimo al Cazzaro. Staremo a vedere. 

Quello che invece è certo è la corsa a fare il vaccino per primo tra le mega multinazionali farmaceutiche mondiali con bilanci da nazione media. 
Sarà una corsa all'oro? Credo proprio di si. Personalmente ho già espresso più volte il concetto che vorrei fosse adottato: la salute e le medicine dovrebbero essere gratis per tutti, la ricerca gestita da organizzazioni mondiali e il ricavato destinato alla ricerca. 
Lo so, è pura chimera ma il voltastomaco che deriva da queste dannate ed affannose corse inumane mi irritano oltremodo. 

Al proposito un brano dal Fatto Quotidiano di oggi a firma Nicola Borzi: 

Tuttavia, sono relativamente pochi i produttori di vaccini in grado di soddisfare gli standard di qualità stabiliti dall’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms). I mercati dei singoli vaccini sono così ormai ridotti a monopoli o oligopoli. Inoltre per le imprese farmaceutiche investire denaro tempo e ricerca nella produzione di vaccini in grado di sradicare totalmente una malattia, come avvenuto nei decenni scorsi con il vaiolo, non è conveniente quanto produrre farmaci per curare malattie croniche. Nel 2018, la banca d’affari Goldman Sachs ha stimato che il trattamento prodotto da Gilead Science per l’epatite C, che ha prodotto tassi di guarigione superiori al 90%, nel 2015 aveva fatturato solo negli Usa 12,5 miliardi di dollari che però tre anni dopo si erano ridotti ad “appena” 4 miliardi perché si era “gradualmente esaurito il pool disponibile di pazienti curabili”. Anche uno studio di McKinsey spiega che la ricerca e sviluppo di nuovi vaccini vanno incontro a controlli più stretti sui prodotti più complessi, con tempi più lunghi per l’approvazione dei prodotti. Ovvero costi più elevati: “Data la natura preventiva di questi farmaci, i vaccini affrontano un livello elevato di qualità e sicurezza, che pertanto aggiunge complessità e costi aggiuntivi durante tutto il processo di sviluppo”. Così investire nella produzione di farmaci rende spesso il doppio o il triplo rispetto a finanziare dei vaccini, anche nei casi di maggior successo come quello del vaccino pneumococcico coniugato che ha avuto un picco di fatturato di 6 miliardi di dollari.

Per finire, le parole della Regina e l'umorismo per la sua eternità! 

(24. continua ... Tourmalet permettendo...) 

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