Mentre starnazzi e cicalecci s’addensano al Tav, un’opera utile chiamparinamente parlando, emergono alcuni dati sfanculanti i precedenti governi, allocchi degni di vivere qui in Alloccalia.
Ad esempio:
Il “costo complessivo dell’intervento”, cioè il tunnel di base che è il cuore del Tav, è di 9,63 miliardi di euro. Così ripartiti, mostra la tabella: 5,57 pagati dall’Italia, 4,05 dalla Francia. L’Italia si ritrova dunque a pagare il 58 per cento del tunnel di 57,5 chilometri, che però è solo per il 21 per cento (12,5 chilometri) in territorio italiano, mentre è per il 79 per cento (45 chilometri) in territorio francese. Risultato: l’Italia paga la galleria 280 milioni a chilometro, la Francia soltanto 60 milioni.
Non solo quindi il Tav è un’opera inutile ma pure nella ripartizione delle spese un fulgido esempio di cosa voglia dire agire da politico come un beota.
Questi dati sono la conferma di quanto da sempre sospettato: le grandi opere non interessavano minimamente dal punto di vista tecnico e sociale, bensì erano fameliche occasioni di introitare risorse per alimentare il famigerato sistema tecno-rapto-finanziario che alcuni scellerati stan tentando di abbattere, denigrati e irrisi come sono dal club gruberante, gianninizzante, ultimo freno per riportare questo paese nella democrazia.
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