sabato 27 ottobre 2018

Riepilogo


sabato 27/10/2018
IL DOSSIER
Da Consip al crac Direkta: tutti i guai di papà e mamma Renzi
TUTTO IN FAMIGLIA - LA RICHIESTA DI GIUDIZIO (BANCAROTTA) PER LA MADRE DI MATTEO È L’ULTIMA GRANA DELLA DYNASTY: A GIORNI SI DECIDE SU TIZIANO

di Davide Vecchi

Dopo il padre, la madre. A casa Renzi i guai giudiziari non finiscono mai. I genitori dell’ex premier aspettano l’udienza del prossimo 4 marzo nel processo che li vede imputati a Firenze per fatture false, ma nel frattempo si tengono singolarmente impegnati. Papà Tiziano attende l’esito del fascicolo Consip nel quale è indagato a Roma per traffico di influenze illecite, esito che dovrebbe arrivare a breve. Per Laura Bovoli, invece, pochi giorni fa, come rivelato da La Verità, è stato chiesto il rinvio a giudizio dai magistrati di Cuneo con l’accusa di concorso in bancarotta della Direkta, società piemontese di Mirko Provenzano. Società con la quale mamma Renzi aveva rapporti attraverso la Eventi 6, una delle azienda di famiglia, detenuta dalle tre donne di casa: Laura Bovoli con le figlie Matilde e Benedetta, sorelle di Matteo. Secondo i magistrati di Cuneo, tra le due società più che reali attività commerciali esisteva un rapporto finanziario ritenuto fittizio: quando una delle due aveva necessità di liquidità o di far risultare una operazione, interpellava l’altra, che si prestava. In particolare, secondo l’accusa, Direkta chiedeva pezze d’appoggio retrodatate e la signora Bovoli provvedeva. I documenti individuati, i mandati amministrativi isolati dai magistrati, riportano in calce la firma di Bovoli.

Le indagini di Cuneo hanno preso avvio da uno stralcio dell’inchiesta svolta dalla Procura di Genova sul fallimento della Chil Post, società di famiglia. Nel capoluogo ligure inizialmente i due coniugi sono stati indagati per bancarotta fraudolenta e poi archiviati. Il curatore fallimentare Maurizio Civardi, chiamato a verificare i bilanci della Chil e a valutare come tentare di coprire i debiti per 1,5 milioni, nel novembre 2013 individuò un credito registrato dai Renzi nei confronti di Provenzano e della Direkta per 247 mila euro. Nel tentativo di recuperarli Civardi scrisse all’azienda ma, si legge nella relazione poi inviata ai magistrati, “Direkta ha contestato il debito affermando addirittura di avere a sua volta un credito di 24.109,60 verso la fallita società”.

Da Genova gli atti sono stati inviati in parte a Firenze, sede della Eventi 6, in parte a Cuneo, dove si trova la Direkta. Da qui prendono avvio le diverse indagini. Tra le annotazioni della Guardia di Finanza – che poi individua le fatture false (per opere connesse all’outlet The Mall a Reggello) con un altro imprenditore, Luigi Dagostino, e al rinvio a giudizio dei coniugi Renzi – ce ne sono molte in cui vengono analizzati gli scambi di email. Email che dimostrano come attorno alle aziende ruoti l’intera famiglia di Rignano.

Il 13 gennaio 2016 – quando la Direkta è ormai fallita da due anni –, Provenzano scrive ai genitori dell’ex premier e ad Andrea Conticini, marito di Matilde Renzi, proprio in quel 2016 indagato sempre dalla Procura di Firenze insieme ai fratelli Luca e Alessandro per riciclaggio: secondo l’accusa, avrebbero sottratto e usato a fini personali 6,6 milioni di 10 ricevuti in beneficenza per i bambini in Africa dalla Play Therapy. In altre email, sempre del 2016, figura anche Patrizio Donnini, coinvolto con la sua Web&Press nel disastroso acquisto dei periodici Il Reporter e Chianti News, e con la Soluzione grafica e comunicazione. Donnini è un fedelissimo di Matteo Renzi. La sua ex moglie, Lilian Mammoliti, oltre a essere l’ideatrice e animatrice storica delle kermesse alla Leopolda, era socia della Dot Media di un altro dei fratelli Conticini, Alessandro, indagato per appropriazione indebita e pure di truffa con il terzo, Luca.

Donnini è stato più volte adoperato dal segretario del Pd per le campagne elettorali degli esponenti dem. Curò anche il tentato sbarco di Alessandra Moretti alla guida della Regione Veneto. Con risultati simili a quelli delle aziende nate a Rignano.

Nelle indagini di Cuneo, il ruolo centrale lo svolgeva Laura Bovoli. Tiziano nella Eventi 6 non ha mai ricoperto alcun incarico, ha un contratto come agente. Contratto che rappresenta la sua unica entrata e, come ha ricostruito la Guardia di Finanza fiorentina, registra un’ascesa in proporzione all’incremento del volume di affari della società negli anni in cui il figlio è premier. Nel solo 2014, quando il fu rottamatore varca la soglia governativa, il fatturato della Eventi 6 aumenta del 117% e l’utile addirittura di 63 volte. La dichiarazione unica di Tiziano Renzi negli anni 2015, 2016 e 2017 cresce progressivamente: 65 mila, 120 e 150 mila. Nonostante il ruolo esterno, il papà dell’ex premier è molto attivo nelle scelte strategiche, come dimostrano sempre le numerose email allegate agli atti prodotti sia dalla Procura di Firenze sia da quella di Cuneo. Ma la famiglia, ormai si sa, è molto unita.

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