giovedì 25 ottobre 2018

Le valige nel girotondo


Frequentando da quasi un mese l'ospedale cittadino, m'accorgo, specie nel meriggio, del variegato girotondo costellato da borse e borsoni, sacchetti di tanti colori portati trafelati da parenti di nuovi allettati i quali, a seconda della tipologia del ricovero, imprimono maggior nervosismo, ansia, nei volti dei parenti spaesati, a volte terrei in viso. 
E' un girotondo che non si ferma mai, un continuo andirivieni di cuori ansimanti, di occhi sbarrati, di facce incredule sull'evento da poco avvenuto. Attorno a loro però c'è anche chi, quasi saltellando raggiunge la moglie che ha appena partorito, per festeggiare assieme il nuovo arrivo. 
Le borse contenenti oggetti e biancheria raffazzonati ad estrema velocità danno l'idea di quanto sia grande la trepidante attesa, quanto essa continui senza soste, senza pause come lo scopo di alleviare le sofferenze con una semplice vicinanza da parte di chi si ritrova in un attimo a ricercar padiglioni, stanze, letti. 
E' la grande prova che ci attanaglia, che scalfisce innate sensazioni che portano a credere che solo agli altri possano capitare disgrazie di simile portata. 
Vedo andare a passo svelto giovani ed anziani, trascinando queste borse, questi sacchetti, meteore annuncianti un cambiamento, per alcuni definitivo. 
Annaspano, s'intrufolano, ascoltano, parlano sommessamente, girando attorno al pietistico concetto che il nemico è sempre pronto ad azzannarti, per malasorte o malsana gestione della tua salute che sia. In quelle borse c'è la compassione, vincitrice su tutto.  

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