venerdì 13 luglio 2018

Meraviglioso!


Questo articolo andrebbe letto nelle scuole! Io intanto lo incornicio! Grandissima Daniela!!!

venerdì 13/07/2018
T-shirt rosse o blu, basta che convenga

di Daniela Ranieri

Volevamo pietosamente ignorare, obliare, glissare; ma la dissonanza cromatico-cognitiva è irresistibile per non darne conto. Vedere gente che ha votato, appoggiato o addirittura guidato il Pd negli ultimi 4 anni indossare la maglietta rossa per “fermare l’emorragia di umanità”, come da appello di Don Ciotti (un prete, non un dirigente del centro-sinistra), è quasi un’esperienza allucinogena. Questi ridicoli (se il loro agire non fosse stato tragico) fantocci del potere, che hanno tenuto il Paese in scacco per anni, con tutte le loro alchimie di “governi tecnici”, “larghe intese”, “governi di responsabilità” e avventuristiche “riforme” del “cambioverso” (più un tentato scasso della Costituzione), non sentono nessun imbarazzo, oggi, a vestirsi come le mamme vestono quei poveri bambini morti in mare, ancorché la maggioranza degli italiani li abbia da tempo sgamati che, degli ultimi, a loro importa meno che niente.

Del resto, c’è da capirli: costretti all’impotenza dalla loro stessa inettitudine, e non dagli elettori come Renzi ha cercato di far credere in una delle sue gag post-elettorali, oggi si aggirano fischiettando sul luogo del disastro, come i piromani dei film, atteggiandosi a paladini dei sofferenti; loro che hanno contribuito a ridurre in povertà assoluta 5 milioni e 58mila persone e a rendere precari 3 milioni e mezzo di lavoratori (dati Istat).

Quello che fa specie è assistere alla marea di indignazione da parte della diciamo intellighenzia di sinistra, appena guarita da un’afasia selettiva durata 4 anni e riscopertasi improvvisamente votata alla barricate. Questi lungodegenti paralizzati, che un tempo si slogavano i malleoli nei girotondi contro B. e all’apparir del bullo al massimo andavano a fargli rimbrotti di bon ton da Fazio, aspettavano giusto il governo dei “populisti” per uscire dal cantuccio di placido comfort dal quale tenevano bordone a quel partito di classisti e mezze cartucce, ingoiando tutto quel che faceva Renzi con la sua corte di miracolati incompetenti con la motivazione che altrimenti, avanzando politiche troppo di sinistra, “il Pd non avrebbe vinto mai”. Anzi, prendevano in giro noi del Fatto (che il loro idolo barzellettiere rinominò il “Falso quotidiano”), chiedendoci come mai, se c’era una deriva autoritaria in corso, non fossimo al confino a Ventotene (ci sarebbe piaciuto, ma quel braccino corto di Renzi al massimo ci metteva alla gogna alle Leopolde, tra le risate fantozziane dei gregari).

Oggi, per un Saviano che, come ha sempre fatto – prendendosi del “camorrologo di corte” da Vincenzo De Luca, del “rottamato offeso” da L’Unità e, siccome osò criticare la Boschi per la questione delle banche di famiglia, del “giustizialista peloso”, del “pretestuoso” e del “copione” un po’ da tutti – denuncia la xenofobia di Salvini, c’è lo scrittore Sandro Veronesi che rilancia e propone a Saviano di “mettere i (loro) corpi” nella lotta per l’accoglienza, non è chiaro se sulle navi delle Ong o proprio in Libia, comunque “laggiù, dove lo scempio ha luogo”, insieme ad altri super-corpi di testimonial umanitari, tipo “Checco Zalone” o “Federica Pellegrini”, o “Jovanotti” o anche, perché no, “Chiara Ferragni che allatta” (sic). Non sappiamo dove fosse il corpo di Veronesi quando Minniti faceva accordi con le milizie e i trafficanti libici, sicuramente non “laggiù”.

Ricordiamo magliette turchine per il “25 aprile Tutto Blu” del Pd (“Perché la Resistenza è alla base dell’Europa”); magliette gialle capitanate da Orfini per spazzare le zone del terremoto (ad Amatrice, chissà perché, gli abitanti non si presentarono, per fortuna di quelli del Pd), ma nessuna maglietta rossa. Intanto Oliviero Toscani minaccia di espatriare (ma prima ha preso la tessera del Pd: forse vuole chiedere asilo per motivi umanitari) e 200 intellettuali firmano un appello accorato su Repubblica, sollecitati dalla lettera di una studentessa a Concita De Gregorio.

Certo, è ridicola anche la parte opposta, quelli che danno dei “radical chic” a tutti: la post-fascia Meloni che invita l’intellighenzia sovranista a indossare polemicamente la maglietta azzurra per gli italiani poveri o che hanno perso il lavoro (come se non fossero italiani e stranieri a comporre quel milione e 778mila famiglie in povertà assoluta) è la stessa che era al governo con B., buonanima. Ma il premio della critica va a quelli che se la prendono col direttore del Fatto, indicato come responsabile della vittoria di 5Stelle e Lega, e non solo da Renzi, da cui siamo abituati a sentir scemenze e che di quella vittoria è invece il principale colpevole, ma anche dagli intellettuali, che dovrebbero pensare, ragionare e attribuire al potere, e non a chi vi si oppone, tutte le sue colpe. (A costo di esser didascalici: noi siamo anti-governativi per natura, ben vengano le penne avvelenate; che lo siano sempre, però, e non a seconda di come conviene).

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