martedì 18 luglio 2017

Campo minato


Non potrò far riferimenti, a nomi, a luoghi, a date. Non posso perché metterei in difficoltà una persona a me cara, tanto cara. Ma sono incazzato. Perché è così che gira codesto mondo. Questa giostra su cui molti salgono senza volerlo, fingendo di esserne contenti, girando in tondo senza meta, senza linearità, ritrovandosi pure a dover pagare per l'ignobile giro. 
Certo, è difficile scrivere di un sopruso senza poter manifestare prove eclatanti di questa becera consuetudine. Toccare con mano che la meritocrazia in questo martoriato paese non solo è chimera, ma pure solenne presa per il culo, è un fatto incontrovertibile e pregno di malefici alla coscienza. 
Da questa esperienza sono uscito con una certezza ancor più granitica di quella che avevo per il sentito dire: non conta un cazzo essere bravi, dedicare la propria volontà e tutto se stesso ad una nobile causa! Devi prostrarti, inginocchiarti, divenir sudaticcio, abbracciare compromessi, trasformarti in pongo malleabile, scacciare sani principi, annichilire valori a te tanto cari, perdere la salinità, acquisire il retrogusto amaro dell'ammiccamento professionale per agevolare il brigante di turno. Conoscere la sdolcinatura, il mellifluo, lo smanceroso, a volte fingerti imbelle. Vogliono questo. Lo pretendono, lo esigono. La tua conoscenza, la tua professionalità, il tuo porti sagacemente nel mondo no, non gli interessa, anzi: è ostacolo ai loro progetti merdosi.
Così gira la giostra, così giovani preparati non riescono a lavorare, persone fiere di sé stesse piombano nell'involutivo squallido sistema del prono, fieri e dignitosi professionisti capaci di salvare vite umane o d'ingegnarsi in attività degne del Sapere proprio della specie, soccombono nell'adattarsi alla mentalità di codesto progresso medievale, svergognante linearità concettuale di chi agirebbe solo per concretizzare il tanto spasimato "mondo migliore." 
Un mondo che non è salito e mai salirà, su questa giostra ridondante nel nulla.      

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